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Rassegna Ricordando Pastrone
Attualità

Alle associazioni Aisla e Astro i fondi raccolti con la rassegna teatrale dedicata a Pastrone

Saranno utilizzati per finanziare i progetti “Nurse coach” e “Protezione famiglie fragili”

La rassegna “Ricordando Pastrone”

Ammonta a 2mila euro il ricavato della nona edizione della rassegna di teatro dialettale “Ricordando Pastrone”, in omaggio al noto Emanuele Pastrone, protagonista di cultura popolare, che si è svolta lo scorso settembre alla Casa del Popolo.
Ad annunciarlo, nei giorni scorsi, uno dei protagonisti della rassegna, Adriano Rissone, in occasione della consegna ufficiale del ricavato a due associazioni di volontariato astigiane.

Le parole di Rissone

«Il totale delle offerte ricevute dagli spettatori degli spettacoli di settembre, cui si è aggiunto “Il Gelindo” nel periodo natalizio – ha affermato – va quest’anno a due associazioni che operano nell’ambito del volontariato in città: l’Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) e l’Astro (Associazione scientifica per la terapia e la ricerca in oncologia). La rassegna, infatti, è nata per ricordare Emanuele Pastrone, dando l’opportunità, alle compagnie teatrali dialettali, di avere un’occasione per presentare i loro spettacoli. Il tutto senza alcuna retribuzione, dato che le compagnie si esibiscono per fini solidali. L’anno scorso a salire sul palco sono stati “I fà fiuché di Silvana”, “I ampruvisà”, “J Gavasagrin” e “I Varigliesi”».
Rissone ha quindi parlato dei programmi futuri. «In passato – ha continuato – la rassegna si è sempre svolta a novembre, per terminare a dicembre con “Il Gelindo”. Nel 2018, invece, l’abbiamo anticipata a settembre. Mentre, per quanto riguarda l’edizione di quest’anno, l’idea è quella di organizzarla a partire da metà giugno. Sperando poi di continuare nel periodo natalizio con “Il Gelindo”, la cui compagnia si è rinnovata molto, tanto che tra gli attori c’è anche Ileana Pastrone, la nipote di Emanuele».
L’obiettivo finale, poi, è quello di modificare anche il luogo di svolgimento. «Ci piacerebbe spostare la rassegna dalla Casa del Popolo, dove si è svolta finora e si svolgerà quest’anno – ha concluso Rissone – al parco Lungoborbore, dedicato appunto ad Emanuele Pastrone, anche se ad oggi non ci sono ancora le strutture adeguate farlo».

Il commento di Franco Testore

Alle due associazioni sono andati assegni di uguale importo, pari a mille euro ciascuno.
Molto soddisfatto Franco Testore, da poco in pensione dopo aver diretto il reparto di Oncologia all’ospedale “Massaia”, e membro del direttivo Astro. «Impiegheremo questa donazione – ha annunciato – per finanziare il progetto “Protezione famiglie fragili”, un’iniziativa dell’Asl, cui abbiamo aderito come associazione, partita a gennaio per supportare le famiglie dei pazienti oncologici in situazioni di fragilità (anziani soli, famiglie con bambini piccoli). Prevede a questo scopo l’impiego di operatori (educatori, psicologi, collaboratori familiari) che si recano a casa delle famiglie interessate. Ad oggi abbiamo attivi cinque contratti finanziati dalla Rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta e da donazioni benefiche come questa».

Gli obiettivi dell’Aisla

Sincere parole di gratitudine sono state espresse anche da Vincenzo Soverino, presidente Aisla, che ha ricordato come l’associazione riceve da sette anni una donazione in occasione della rassegna teatrale. «Quest’anno – ha spiegato – devolveremo la somma ricevuta al progetto “Nurse coach”, finanziato da noi ma avviato in stretta collaborazione con l’Asl. E’ un percorso assistenziale che prevede l’impiego di un operatore specializzato – nel nostro caso l’infermiera professionale Mary Bertolino – per l’assistenza a domicilio dei pazienti affetti da Sla, figura di riferimento in caso di ricovero e per l’interazione con i servizi territoriali e ospedalieri. Ad oggi Mary Bertolino ha in carico circa 20 pazienti – a breve il numero aumenterà a 22 – con modalità differenti a seconda delle richieste delle famiglie e delle situazioni che si presentano: in alcuni casi interviene a domicilio, evitando così accessi continui e non necessari al Pronto soccorso; in altri all’ospedale, in altri ancora si occupa di consulenza telefonica o, all’opposto, guida percorsi di assistenza più strutturati».

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