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Almeno 5 milioni di euro per la Casa di riposo
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Almeno 5 milioni di euro per la Casa di riposo

Come sottolineato dall’ultima slide mostrata dal commissario straordinario alla Casa di Riposo “Città di Asti”, durante la presentazione sullo stato dell’arte del pensionato, occorre “ottimismo” per guardare

Come sottolineato dall’ultima slide mostrata dal commissario straordinario alla Casa di Riposo “Città di Asti”, durante la presentazione sullo stato dell’arte del pensionato, occorre “ottimismo” per guardare al futuro con fiducia, nell’interesse dei lavoratori e dei degenti. Ottimismo che, in termini prettamente numerici, si quantifica in 5 milioni di euro che servono alla Casa di Riposo per sostenere un grande intervento di ristrutturazione e riqualificazione indispensabile per migliorare il funzionamento della struttura, abbattendone anche i costi di gestione.
«Ci servono almeno 2 milioni il prima possibile, – ha precisato il commissario Carlo Camisola all’inizio del Consiglio comunale aperto sull’ex IPAB – ed è nostra intenzione finire i lavori entro il 31 dicembre 2018, considerando che dovranno essere eseguiti con i degenti ricoverati». La Casa di Riposo “Città di Asti” è la più grande del Piemonte, ma anche una delle più antiche, con costi altissimi di gestione ordinaria, senza considerare gli interventi di natura straordinaria. «Il disavanzo gestionale al 31 maggio scorso ammonta a 1.492.000 euro – ha precisato Camisola – Un risultato non imputabile solo all’ultimo periodo, ma che parte da lontano». Quest’ultimo ha anche ricordato che ci sono fornitori «in attesa di essere pagati da un anno, e non per pochi soldi, e che non hanno avviato azioni per vedere soddisfatto il loro credito perché capiscono la situazione».

 

Il mutuo e le garanzie

Così torniamo al problema dei soldi necessari a rimettere in carreggiata la Casa di Riposo e al piano economico che la stessa dovrà produrre, anche a garanzia del mutuo, per ottenere dalle banche quanto richiesto. Cassa di Risparmio di Asti e Fondazione CrAsti hanno partecipato al Consiglio rappresentati, rispettivamente, dal vice presidente Maurizio Rasero e dal presidente Michele Maggiora. «La Banca non si è mai sottratta ad intervenire per le esigenze della città, come nel caso dell’anticipo della cassa integrazione per i dipendenti della Waya, e anche in questo contesto farà la sua parte – ha spiegato Rasero – Abbiamo però chiesto alla Casa di Riposo che intervengano anche altri soggetti o istituti di credito con i quali sostenere l’operazione che deve comunque essere confermata da un piano industriale asseverato da un esperto in materia».

«La Cassa di Risparmio si è detta disponibile a fornire, con opportune garanzie, metà dei 5 milioni di euro, – ha successivamente precisato il sindaco Fabrizio Brignolo in una nota stampa – ma la Casa di Riposo ha avuto altre manifestazioni di interesse di altri istituti di credito, per cui è probabile che dall’esame delle proposte uscirà la copertura anche del 50% mancante». Maggiora, presidente della Fondazione CrAsti, in scadenza, ha ricordato che la stessa, negli ultimi 10 anni, «si è impegnata molto nel campo del sociale investendo solo nella Casa di Riposo 725.000 euro, di cui 450.000 per interventi di ristrutturazione dell’immobile. La Fondazione opera con un documento programmatico previsionale e annuale, redatto in base alle risorse stimate: ogni anno abbiamo richieste di contributi per circa 20 milioni di euro, ma ne eroghiamo circa 5. Per questo motivo non possiamo prendere impegni pluriennali». Quindi la Fondazione sarà presente, ma compatibilmente a modi e tempi di amministrazione del budget disponibile, che dev’essere erogato su base provinciale, e tenuto conto, come ha ricordato Maggiora, della tassazione della risorse che «dall’Ente centrale (dal Governo ndr) è abnorme».

 

Meno degenti, ma il personale non è diminuito

Altra questione analizzata nel corso del Consiglio è stata la costante diminuzione dei degenti nel corso degli anni a fronte di una non altrettanta riduzione dell’occupazione interna. E’ necessario garantire i posti di lavoro, ma con meno introiti, senza considerare le rette non pagate o di cui deve farsi carico il Comune con integrazioni più o meno importanti. Ad oggi la Casa di Riposo conta 342 posti e 310 ospiti e dà lavoro, tra occupazione diretta e indiretta, a circa 170 persone. Il problema è quindi, al di là dei lavori necessari ad ammodernare parte della struttura, come rendere sostenibile economicamente la gestione del pensionato che, a detta di tutti i presenti, deve guardare oltre immaginando nuove opportunità professionali legate anche all’implementazione dei servizi offerti. Su questo punto ha insistito più volte Giovanni Prezioso, segretario provinciale della CGIL, parlando anche per conto di CISL e UIL. «Da problema, la Casa di Riposo, deve diventare un’opportunità, deve aprirsi al territorio ed inserire servizi sociali diversificati, come i pasti a domicilio, assistenza per lavare e stirare la biancheria, e altro ancora. Poiché il personale ospedaliero è sotto stress e il pronto soccorso è diventato il punto di riferimento dove tutti vanno, perché non prevedere nella Casa di Riposo un secondo punto di riferimento socio-sanitario?».

 

Hospice o CAVS?

Ida Grossi, direttore generale dell’ASL AT, ha evidenziato la questione dell’Hospice che ancora manca nell’Astigiano e che, secondo l’opinione di molti, potrebbe essere accolto proprio alla Casa di Riposo. «Certamente si andranno ad attivare dei posti letto CAVS, Centro di continuità assistenziale a valenza sanitaria, ma il ragionamento sull’Hospice è valido, avendo una struttura da utilizzare».

«Oggi mi sento più ottimista, ma non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia – ha aggiunto l’assessore ai servizi sociali Piero Vercelli – Per quanto riguarda le rette non pagate dagli indigenti, ricordo che i nostri uffici intervengono integrando o pagando il totale della stesse, ma invitiamo la Casa di Riposo ad attivare l’istruttoria di integrazione secondo quanto stabilito dal protocollo, altrimenti diventa difficile intervenire». Assente la Regione, il cui assessore ha comunque fatto sapere di essere disponibile a collaborare con Comune e Casa di Riposo. In chiusura di Consiglio è poi stato approvato un ordine del giorno «che impegna tutti i soggetti, Comune, Asl, CrAsti, a fare la propria parte per dare un futuro di rilancio alla Casa di Riposo».

 

Riccardo Santagati

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