Cerca
Close this search box.
Asti, 22 anni fa la grande alluvione del Tanaro
Attualità

Asti, 22 anni fa la grande alluvione del Tanaro

E’ ancora vivo il ricordo di quella immane tragedia che distrusse case, campi, infrastrutture mettendo il sud Piemonte in ginocchio

Tutti ricordiamo quel giovedì 3 novembre 1994: sembra una normale giornata di autunno inoltrato.

Dal centro meteorologico nazionale di Roma parte un urgente avviso anti-alluvione destinato alla Protezione civile poiché si prevedono piogge particolarmente intense, per almeno 24-28 ore, su Piemonte e Lombardia. La Protezione civile, a sua volta, trasmette l’informazione alle Prefetture interessate che mettono in allarme i Sindaci.

Il giorno seguente, venerdì 4, comincia a piovere con progressiva intensità e, nel giro di due giorni, prende corpo una catastrofe. Cosa succede? Un’alluvione di acqua, fango, pietre, detriti si riversa dalla montagne nelle valli. Il fiume Tanaro si gonfia paurosamente non riuscendo a trovare sbocchi nei torrenti Borbore, Bormida, Belbo ripieni di tronchi, lastroni, rocce, addirittura rifiuti accumulatesi da tempi e che nessuno mai si era preoccupato di rimuovere.

Il Tanaro rompe gli argini e si “nutre” selvaggiamente dei suoi affluenti mentre dai monti slittano a valle imponenti masse di fango che tutto travolgono e sommergono al loro passaggio. Ad Asti, l’acqua arriva quasi alle insegne di via Cavour, la voragine in corso Savona inghiotte una decina di auto, piazza del Palio è sommersa da acqua, fango, detriti.

L’alluvione colpisce 74 Comuni astigiani, di cui 24 gravemente danneggiati e, tra questi, ricordiamo Castello d’Annone, Rocchetta Tanaro, Cerro, Canelli.

I morti sono sei, 3 ad Asti e 3 a Canelli. I danni complessivi alle imprese vengono calcolati in 333 miliardi di lire del vecchio conio, sono colpite maggiormente le attività commerciali e industriali ma anche l’artigianato e l’agricoltura subiscono danni.

La speranza è che quella lezione non si ripeta. Da 22 anni, tornato il sole, la vita è ripresa alla grande. Forse, la tragedia del 1994 per molti rimane soltanto una pagina di “storia”. Guai, però, a dimenticarla.

O, impariamo a rispettare il territorio oppure quella storia, prima o poi, continuerà a ripetersi.

Guido Gabbio

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale
Precedente
Successivo