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Asti, la lenta morte di corso Matteotti
Attualità

Asti, la lenta morte di corso Matteotti

Stranieri, risse, spaccio, prostitute: ecco come “muore” un quartiere. Ora, dopo un sopralluogo, il sindaco Rasero promette di invertire il trend

Immigrazione, anche se alcuni preferiscono parlare di «invasione», senza alcuna integrazione, risse, una finita a coltellate, prostituzione nelle aree verdi a ridosso delle abitazioni, auto e case abbandonate, sporcizia, degrado e tanta paura a uscire di casa, anche durante il giorno. E’ la fotografia di corso Matteotti (e vie limitrofe), uno dei quartieri più precari di Asti dove, tra una saracinesca abbassata e un cartello affittasi, l’emarginazione sentita dai residenti è un problema su cui l’amministrazione Rasero ha deciso di intervenire in maniera radicale. Lunedì mattina il sindaco, l’assessore alla sicurezza Giaccone e i consiglieri Amasio (Lega), Candelaresi e Ghiglione (I Giovani Astigiani) hanno voluto toccare con mano la situazione più volte denunciata anche sui giornali. Hanno camminato lungo la strada e le vie laterali, incontrando negozianti e cittadini, così da raccogliere le loro istanze per rendere il quartiere un luogo più sicuro e meglio frequentato. Candelaresi, che gestisce un’attività nel quartiere San Rocco, ha guidato il gruppo illustrando le numerose criticità raccolte solo nelle ultime settimane.

«Si va dallo spaccio di droga alla presenza di soggetti di varie etnie che, alcune volte, stanziano davanti a talune attività e non si sa bene cosa facciano. Poi le prostitute, numerose, che incontrano i clienti nelle aree verdi lasciando evidenti tracce del loro lavoro. Per non parlare delle risse, una delle quali è finita anche a coltellate». Rasero e gli altri amministratori hanno visitato alcuni negozi tra cui le panetterie che ancora resistono presidiando la zona pur tra mille problemi. «Il parco qui vicino è mal frequentato, anche di mattina, e nel corso degli anni ho perso molti clienti – ha raccontato una panettiera – Alcuni bivaccano, altri chiedono da mangiare: l’altro giorno uno di questi stranieri ha preteso la pizza gratis perché aveva fame. Gli volevo dare quella del giorno prima, ancora buona, ma ha protestato perché la voleva appena fatta. Poi però aveva l’iPhone e le scarpe Nike».

Per quanto riguarda la presenza di prostitute è stato lo stesso Rasero a spiegare la gravità della situazione: «L’altra sera, passando in corso Gramsci, ne ho contate otto tra la stazione e piazza Amendola, ma qui nel parco tra via Alione e via Omedé lavorano di notte, si appartano, tanto che i residenti dei palazzi hanno dovuto mettere una rete per provare a schermare la recinzione».

Aree verdi teatro di bivacchi e incontri sessuali, ma anche molto sporche dove cartacce, bottiglie, resti di cibo le rendono off limits per le famiglie con bambini.

Rasero e Giaccone hanno poi notato auto abbandonate, una in via Omedé, l’altra vicino alla rimessa all’angolo con via Ventura, altro luogo molto degradato, come dimostrato dai rifiuti gettati oltre il cancello di ingresso dei garage. «Dobbiamo invertire questo trend, dando più decoro e una vita più tranquilla per chi sta qui – ha aggiunto Rasero – Tra i tanti problemi c’è sicuramente l’inciviltà di alcune persone, ma faremo il possibile per cambiare lo stato delle cose».

Tra le soluzioni al vaglio c’è l’applicazione del Decreto Minniti, con allontanamenti di soggetti a rischio, dalle zone più sensibili, come spiegato dall’assessore Giaccone. Zone che comprendono le aree vicino alla stazione, ma stando al sopralluogo di lunedì anche aree meno visibili, come il parcheggio di via Comentina teatro di bivacchi e presenze non meglio identificate. L’area verde Joselito, sotto al cavalcavia Giolitti, è stata perlustrata alla fine del giro e, anche qui, l’attività di prostitute, di notte, sembra essere consolidata. In via Grassi gli amministratori hanno invece parlato con un commerciante che ha chiesto più passaggi della polizia municipale o dei carabinieri.

Riccardo Santagati

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