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Campi Nomadi: l’Europa dia i soldi per chiuderli
Attualità

Asti: «Presto meno acqua corrente a rom e sinti»

Il Comune di Asti prevede di abbattere lo spreco d’acqua nei campi nomadi, che ha ingenerato un enorme debito dei residenti, installando alcune elttrovalvole

Riunione tecnica in Prefettura per parlare di rom e sinti

Ancora una riunione tecnica in Prefettura per parlare di campi nomadi e per fare il punto sulle novità introdotte dal regolamento comunale approvato nel 2018.

Il prefetto Alfonso Terribile ha convocato i vertici delle forze dell’ordine, un rappresentante dell’amministrazione provinciale, il sindaco Rasero, il vice sindaco Coppo, gli assessori alla sicurezza Bona e ai servizi sociali Cotto, nonché l’assessore all’istruzione Pietragalla, il comandante della polizia municipale e il dirigente dell’ufficio servizi sociali.

Nel corso della riunione sono stati illustrati i progetti messi in atto, dall’amministrazione Rasero, «al fine di migliorare la vivibilità dei campi nomadi – si legge in una nota diffusa dalla prefettura – senza perdere di vista l’obiettivo finale del superamento degli stessi, sancito dalle direttive dell’Unione Europea».

Il Piano sociale da 2 milioni di euro

Un superamento che, a oggi, è più teoria che pratica dal momento che solo ad Asti significherebbe attuare un Piano sociale straordinario, per un costo di almeno 2 milioni di euro, volto a inserire i nomadi in un percorso di inclusione sociale. Un percorso che vedrebbe, nel caso dei rom, anche l’acquisto di cascine, dislocate su più Comuni dell’Astigiano, nelle quali trasferire i vari nuclei familiari.

Durante l’incontro in prefettura si è parlato di quanto già fatto negli ultimi mesi tra cui la messa in sicurezza e il rifacimento dell’impianto elettrico nel campo rom e l’installazione di contatori individuali con intestazione delle utenze riconducibili alle singole famiglie.

Scatta il recupero crediti sulla corrente

Nonostante ciò, non tutti i rom starebbero pagando regolarmente la corrente elettrica al gestore del servizio. Qualche giorno fa gli uffici comunali, e anche il vice sindaco Coppo, hanno infatti ricevuto una telefonata dall’ufficio recupero crediti del gestore che lamentava bollette dell’energia elettrica non saldate. Pare che una parte dei rom paghi regolarmente la propria quota, un’altra no, ma il Comune non è più tenuto a saldare come invece avveniva in passato. Diversamente, sull’erogazione dell’acqua potabile, stanno per essere attivate le nuove limitazioni volute dal Comune.

Si stringono i consumi d’acqua

«Da 1500 litri al giorno mediamente consumati – spiega il vice sindaco Marcello Coppo – si passerà ad un massimo di 80 litri e questo grazie all’installazione di tre elettrovalvole a monte del contatore. La limitazione dell’acqua avverrà sia nel campo rom che in quello dei sinti, anche perché c’è un pregresso non pagato di una certa rilevanza (Coppo stima oltre 1 milione di euro nel corso degli anni ndr) e purtroppo non possiamo staccare l’acqua come abbiamo fatto con la corrente. Dico questo non perché io voglia lasciare i nomadi senz’acqua, ma perché devono imparare a essere più responsabili nel pagamento delle bollette». Saranno inoltre portate avanti controlli sul regolare smaltimento dei rifiuti, «anche al fine – si legge nella nota della prefettura – di scongiurare il ripetersi di roghi abusivi di immondizia nelle vicinanze dell’insediamento rom».

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