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L'Asti Secco a soli tre mesi dalla presentazione ha raggiunto le 900mila fascette
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Asti Secco “col botto”: toccate le 900mila fascette

L’Asti Secco è partito col botto e ha raggiunto le 900mila fascette a soli tre mesi dalla sua presentazione ufficiale

Toccate le 900mila fascette per l’Asti Secco

Il nuovo anno sembra partito col “botto” per l’Asti Secco, il nuovo prodotto targato Consorzio dell’Asti e lanciato a fine anno in occasione delle festività natalizie ha toccate le 900mila fascette.  I produttori, grandi e piccoli, si dicono ottimisti e dichiarano di voler credere in una bevanda che sembra proporsi in modo accattivante soprattutto ad un pubblico giovane e dinamico.

C’è interesse da parte dei consumatori

«Non abbiamo ancora a disposizione numeri certi, in questo momento è fin prematuro però riscontriamo un certo interesse da parte dei consumatori – dichiara Romano Dogliotti Presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti – Abbiamo inviato campioni negli Stati Uniti e stiamo attendendo i riscontri. Quanto al nostro paese, comincia a nascere la domanda anche fuori provincia. Dobbiamo credere nel successo di questo prodotto. Se funziona, ci permetterà di togliere degli stoccaggi. Al momento siamo fermi a una resa di 80 quintali per ettaro e con una nuova richiesta si potrebbe portare le rese a 100».

Poche aziende lanciate nel progetto

Al momento su circa un migliaio di aziende moscatiste e spumantiere sparse nei 52 comuni del Moscato, sono solo 19 quelle che si sono lanciate nel progetto. Tra queste però nomi di note cantine canellesi. Pia Bosca delle Cantine Bosca e patrimonio Unesco, per esempio, commenta: «Ancora presto per un bilancio. Siamo molto eccitati per questa nuova sfida. Erano anni che chiedevamo al Consorzio un’apertura in questa direzione. Avevamo registrato un cambiamento dei gusti del mercato, dove ci veniva richiesto bevande meno dolci ma dal gusto comunque morbido. In questo periodo natalizio qualcosa abbiamo venduto. Certo, numeri ancora insignificanti ma lo avevamo previsto».

C’è ottimismo

Ottimismo anche in Casa Tosti, dove Giovanni Bosca conferma: «finora il riscontro è stato positivo. I consumatori cominciano a richiedere Asti Secco e si nota una certa curiosità. Nel campo del marketing e della promozione c’è ancora molto lavoro da fare. C’è ancora chi lo confonde con l’Asti dolce e si aspetta quindi tutto un altro prodotto». Opinione condivisa nel mondo dell’Asti Secco, dai vertici del consorzio fino al più piccolo produttore, è l’idea di far conoscere e apprezzare il prodotto soprattutto nella sua terra di origine, prima ancora che all’estero. Di incoraggiare una sorta di campanilistico orgoglio per l’ “Asti secco”.

Piacerà questo vino?

Piacerà, dunque, questo nuovo vino? «Sembra proprio di sì, i riscontri sono positivi – risponde Enrica Gallina – Certo, non tutti i giudizi sono positivi. C’è chi riscontra una nota dolce che non è di suo gusto. Va detto che il prodotto cambia da cantina a cantina. Il nostro consiglio quindi è quello di non bocciare subito l’Asti Secco ma di provare una nuova etichetta».

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Una risposta

  1. Sarà un flop di sicuro, c’è da sperare che non vengano investiti soldi pubblici nella promozione.

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