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Asti, sviluppo urbano e nuove idee: gli architetti pronti al confronto

I professionisti del territorio pronti a collaborare con gli enti locali per azioni strategiche sulla programmazione urbanistica

Quali idee per lo sviluppo urbano di Asti?

Recuperare gli immobili inutilizzati e progettare la città del futuro sono due priorità che Asti deve perseguire creando una reale programmazione degli interventi strategici necessari allo sviluppo urbano sostenibile. I politici sono chiamati a dare le linee guida di questo percorso, ma c’è chi vuole collaborare, dal punto di vista tecnico, per trovare le soluzioni migliori ai problemi urbanistici della città.

In particolare è l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Asti che si offre come interlocutore pronto a raccogliere le sfide legate ad un nuovo Piano strategico del territorio. «Gli architetti astigiani non hanno paura di confrontarsi e alcuni incontri con la nuova amministrazione comunale sono già avvenuti – spiegano i portavoce del Consiglio che abbiamo incontrato nella sede dell’Ordine, in corso Alfieri 185 – A noi sta a cuore il tema delle competenze e abbiamo prodotto alcuni interessanti iniziative come l’esperienza delle “Architetture sottili” con le proposte di interventi mirati al recupero di precise zone della città. Ma ricordiamo anche il concorso di idee rivolto a giovani progettisti per la copertura del cortile interno della biblioteca Faletti».

470 professionisti iscritti

Anche il concorso di idee per la realizzazione del un parcheggio in piazza del Palio, indetto dall’Asp, è stato un banco di prova interessante a dimostrazione che l’Ordine di Asti, con i suoi 470 iscritti, può essere una fucina di idee alla quale la politica, legittimata anche dal voto democratico a dare linee guida, dovrebbe guardare con vivo interesse. «Non dimentichiamo che anche noi siamo un Ente pubblico – spiega il presidente Fabio Musso – e al nostro interno ci sono capacità, anche molto specifiche».

Un processo inclusivo per lo sviluppo urbano

Asti ha delle grandi potenzialità, come nel caso dei giovani architetti, ma c’è ancora da lavorare sulle scelte che l’amministrazione dovrebbe attivare per rendere inclusivo l’apporto dei professionisti rispetto a quei grandi progetti che la città vuole perseguire. A questo proposito un’indicazione di massima è stata ribadita a Torino durante un interessante convegno, dal titolo “Le città del futuro”, organizzato dal Consiglio nazionale degli Architetti e dall’Ordine di Torino in vista del Congresso nazionale in programma, a Roma, nel mese di luglio. Una delle idee lanciate è la proposta di legge che preveda che tutte le opere pubbliche, in Italia, vengano affidate attraverso un concorso di progettazione in due fasi. La prima, aperta a tutti, punta all’analisi e l’individuazione dei possibili progetti; poi ci sarebbe una scrematura e solo la seconda fase prevederebbe l’elaborazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica vero e proprio, che spesso ha un costo importante per gli studi di architettura.

I concorsi in due fasi

«In questo caso tutti gli architetti potrebbero partecipare alla prima fase del bando senza dover sostenere dei costi troppo pesanti – continuano dall’Ordine di Asti – e solo nella seconda fase si attiverebbe la progettazione vera e propria». I concorsi in due fasi non sono ancora obbligatori, ma l’Ordine di Asti auspica che l’attuale amministrazione anticipi i tempi e attui questo tipo di impostazione già nei prossimi grandi progetti cittadini. Uno su tutti, quello che riguarda il nuovo polo scolastico che si andrà a costruire al Fontanino.

Snellire le procedure burocratiche

Ma c’è un’altra partita che sta a cuore agli architetti astigiani: l’ottimizzazione del rapporto tra professionisti e enti locali, in primis il Comune. «E’ necessario procedere con una maggiore semplificazione nelle procedure di presentazione e di approvazione dei progetti, eliminando tempi morti, “palleggiamenti” di pratiche e la reiterazione di richieste di documentazione integrativa» indicano dall’Ordine richiamando un elenco programmatico di suggerimenti consegnato al sindaco Rasero e gli assessori Giaccone e Morra. Presentazione delle pratiche in via telematica e riduzione della burocrazia sono richieste su cui l’amministrazione è stata chiamata in causa, ma non meno importante è quanto riportato nel primo punto dello stesso documento programmatico: “Affidare tutti gli incarichi pubblici, sia del Comune, sia delle sue partecipate in vario modo, attraverso concorsi”. Che si tratti del polo museale, del nuovo palazzetto o di altri porgetti legati al PISU, i concorsi sono e restano il miglior modo per cercare la qualità del lavoro svolto.

Le priorità del nostro territorio

Durante il Consiglio comunale aperto su Agrivillage, l’Ordine degli Architetti aveva incaricato un suo portavoce di ricordare quelle che considera essere le esigenze del territorio astigiano: “Riuso del patrimonio edilizio attualmente sottoutilizzato o non utilizzato, e rigenerazione di quelle parti di territorio in cui non sia più possibile il riuso del patrimonio edilizio esistente; efficientamento energetico e sismico del patrimonio edilizio esistente; rivitalizzazione del centro storico cittadino; rispetto del paesaggio, sia agrario sia urbano, con la cura e la progettazione dello spazio pubblico; stop al consumo di nuovo suolo in quanto bene finito; riconoscimento del valore ambientale come bene comune; ricerca della più alta qualità possibile del progetto urbanistico e architettonico, a cui far corrispondere la qualità dello spazio pubblico; partecipazione pubblica alla crescita di valore economico provocato dalle scelte di politica urbanistica come, ormai da alcuni anni, stabilisce la legge”.

Coinvolgere anche la Provincia

«Poiché il nostro Ordine è provinciale – concludono gli architetti – le nostre istanze dovrebbe “valere” per tutto l’Astigiano e per noi è prioritario fare rete tra Comune e Provincia, soprattutto adesso che parte del territorio è stata riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio mondiale dell’Umanità».

Una prima risposta agli architetti è già arrivata dalla Provincia di Asti con le deliberazione 48 del 22 settembre scorso dove l’Ente ha avviato una serie di confronti con le pubbliche amministrazioni dei Comuni “per sviluppare un progetto finalizzato al recupero degli edifici pubblici e privati attualmente inutilizzati o sottoutilizzati da destinare a iniziative di valorizzazione del territorio”. Anche in questo caso si tratta di una sfida che gli architetti sono in grado di raccogliere «pronti a lavorare con tutti – concludono – senza fare distinzioni politiche o partitiche di sorta».

Riccardo Santagati

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Una risposta

  1. Ottima idea da condividere con gli altri ordini. Vorrei contatattarvi per condividere. Grazie .

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