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Attualità

Attraversare l'Africa in ambulanza
La nuova missione del dottor Bertola

Un'ambulanza acquistata nel cuneese verrà trasportata in Guinea Conakry, paese centrafricano. 4500 chilometri tra deserto e foreste, guadi e pericoli di ogni sorta. «Il mezzo servirà soprattutto per trasferire le partorienti in ambienti igienici», spiega il cardiologo canellese Pierluigi Bertola, in partenza il 12 gennaio

Nuova missione umanitaria per Pierluigi Bertola. Il cardiologo canellese, fondatore del Cis (Cooperazione Italiana Sanitaria) onlus che sostiene con attrezzature e medicinali l’attività degli ospedali nelle aree più povere del mondo, sabato 12 gennaio partirà per la Guinea Conakry, paese centrafricano fra Senegal e Niger. Quattro i componenti della spedizione: oltre al medico ci saranno Piero Riccio, l’ematologo canellese Marzio Gandini e Bruno Fantozzi, già farmacista in città. Destinazione, l’ospedale regionale di Labè «dove porteremo un’ambulanza che ho acquistato nel cuneese carica di materiale sanitario» spiega Bertola.

Il racconto del viaggio, come sempre, cammina sul filo tra fantasia di esotiche epopee e cruda realtà quotidiana. «Ci imbarcheremo al porto di Genova su di un traghetto per Tangeri e da qui, una volta sbarcati, inizierà il viaggio via terra per circa 4500 chilometri attraverso Marocco, ex Sahara dove sono frequenti le incursioni del fronte Polisario, Mauritania, Senegal per arrivare in Guinea» dice il presidente del Cis. Un’avventura tra deserto e luoghi incontaminati dove il pericolo è sempre dietro l’angolo. D’altronde, non è la prima volta che Pierluigi Bertola attraversa il deserto: due anni fa il furgone sul quale viaggiava si “insabbiò” lungo una pista nel Sahara, facendo temere il peggio.

Il cardiologo non nasconde le difficoltà della nuova spedizione: «A parte i soliti problemi di sicurezza tipici di queste realtà – spiega – uno dei grossi problemi è la transitabilità delle strade in Guinea, piste in terra battuta attraverso vastissime foreste e corsi d’acqua». E con un’ambulanza superare ostacoli imprevisti non è facile. Ancora Bertola: «Sono proprio i corsi d’acqua a rappresentare le incognite maggiori, in quanto i ponti sono rarità come pure i traghetti per cui ci sono diversi guadi da superare che a seconda delle piogge consentono o meno il loro superamento».

Punto di riferimento del gruppo la Missione dei Salesiani a Conakry e la Nunziatura apostolica, cardini di tutti i viaggi del Cis. Che conta, anche, su molti sostenitori locali, quelli che Pierluigi Bertola chiama «benefattori da sempre: i ragazzi di Sant Antonio di Canelli che hanno organizzato la cena benefica al San Paolo, gli Alpini di Asti , Moasca e Bruno, i medici di famiglia di Nizza e Castelnuovo Belbo, Giuseppe Conti di Asti e Giuseppe Bocchino di Canelli». Ed, ancora, «la dottoressa Angela Leo del PRA di Alessandria che ci ha aiutato molto con le pratiche per l’espatrio dell’ambulanza». Medicinali e apparecchiature che, a queste latitudini, rappresentano l’appiglio per la vita di centinaia di malati.

«La situazione sanitaria in Guinea è molto precaria, specie quella delle partorienti e dei bambini: questo Paese registra uno dei più alti tassi di mortalità perinatale al mondo. L’ambulanza serve proprio alle puerpere che risiedono in villaggi lontani dai centri medici di partorire almeno in un ambiente che salvaguarda un minimo di garanzie  igieniche» commenta il medico canellese. A tenere i contatti con la spedizione sarà Radio Veronica One di Torino che, da anni, segue i viaggi umanitari del Cis grazie all’impegno di Gian Carlo Bertola, fratello di Pierluigi. I collegamenti sono previsti alle 20 di sera, ora italiana. «Per chi volesse aiutarci sono bene accetti versamenti sul conto (Iban) IT56S0503447300000000020452 CIS Onlus. Se ci avanzano dei soldi acquisteremo farmaci e antibiotici sul posto» chiosa il cardiologo.

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