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Attualità

Capriglio, “città di Terra Madre” ospita uomini e storie di contadini del mondo

Si rinnova l’ospitalità delle famiglie del nord astigiano nei confronti delle delegazioni presenti a Torino per la grande kermesse di incontro di contadini da ogni parte del mondo

Una “città” di nemmeno 300 abitanti

Da oltre dieci anni è “Città di Terra Madre”. Denominazione di grande prestigio, in questi giorni confermata dal successo della grande kermesse dell’agricoltura mondiale a Torino, ma se pensiamo che questa denominazione di “città” appartiene ad un Comune che non raggiunge i 300 abitanti, allora si getta una luce rivelatrice sulla filosofia di Slow Food e di Carlin Petrini, ideatore di Terra Madre.
Il Comune è Capriglio, Slow Food è il suo peperone  (presidio astigiano riconosciuto dall’associazione che tutela i prodotti di nicchia presente a Terra Madre con un suo stand) e lo stesso Carlin Petrini è conteggiato in quei circa 280 caprigliesi avendone la cittadinanza onoraria dai tempi dell’amministrazione Barberis.
E Capriglio non si sottrae ai suoi “doveri-piaceri” di Città di Terra Madre. Da giovedì scorso, infatti, alcune famiglie del paese insieme ad altre di Castelnuovo Don Bosco, Montafia, Maretto, Cerreto, ospitano una quarantina di delegati Slow Food provenienti dall’Africa: Ghana, Etiopia, Zimbawe, Congo.

Lo stand del peperone di Capriglio a Terra Madre

Gente di terra che accoglie altra gente di terra

Si rinnova così l’ospitalità di “gente della terra” del resto del mondo da parte di famiglie astigiane che hanno un forte legame con la terra di qua. Sono contadini o figli di contadini che ospitano contadini del resto del mondo. Un modo per dare accoglienza a chi non può certo permettersi cinque giorni in albergo ma soprattutto un’occasione di scambio di esperienza e di conoscenze reciproche.
Produttori di miele, altri di manioca, pepe nero, allevatori di capre, responsabili di cooperative agricole, funzionari di associazioni di categoria sono solo alcuni dei personaggi che ogni mattina prendono l’autobus da Castelnuovo Don Bosco verso il Lingotto e ne fanno rientro la sera per cenare nelle famiglie e dormire nelle case astigiane. Sabato sera la grande festa a Capriglio, con famiglie e ospiti alla presenza del sindaco in carica Tiziana Gaeta e dell’ex primo cittadino Gian Barberis che aveva firmato l’adesione di Capriglio a Terra Madre e aveva concesso la cittadinanza onoraria a Carlin Petrini su proposta di Raffaella Firpo, referente della delegazione di ospiti africani nel Nord Astigiano. Invitati anche alcuni ragazzi richiedenti asilo che vivono nella Casa Mamma Margherita in attesa del riconoscimento del loro status di rifugiati.

Certo la comunicazione potrebbe sembrare un ostacolo, ma francese, inglese e qualche parola in italiano imparata soprattutto dagli eritrei, ha consentito di raccogliere storie per noi immaginabili.

Il sindaco Barberis alla consegna della cittadinanza onoraria a Carlin Petrini

Il colore dei soldi

Come quella di A., congolese, vedova e madre di dieci figli fra i 6 mesi e i 16 anni di età. Lei è una delle anime di una cooperativa formata prevalentemente da donne contadine che cercano di coltivare prodotti ad alto tasso di nutrienti per combattere, nel loro piccolo, la piaga della malnutrizione infantile.
Una volta presa un po’ di confidenza con la sua ospite caprigliese le ha chiesto di toglierle una curiosità: farle vedere da vicino il denaro, perché non sapeva neppure di colore fosse, non aveva mai maneggiato banconote o monete. Dal Congo a Torino senza un centesimo in tasca ma con le idee ben chiare su cosa coltivare per sfamare i suoi e i figli del suo villaggio. Terra Madre è soprattutto questo, opportunità per gli ultimi.

Un ribelle contro la dittatura dei più forti

E poi la storia di V. congolese anche lui, che dietro il suo grande sorriso sorriso simpatico nasconde una quotidianità di resistente contro il governo di Kabila. E’ un agricoltore cui gli uomini di Kabila hanno ucciso il padre e violentato la madre. E’ cattolico e ha un altissimo rispetto per i religiosi europei e i missionari che portano avanti il cattolicesimo nel suo Paese. Missionari che, a fine messa, concedono la chiesa per riunioni della popolazione stufa di vessazioni e soprusi. Missionari e sacerdoti che hanno pagato la vita questo loro schierarsi con chi pretende i più elementari diritti civili. «Dormo ogni notte in un letto diverso e non so mai se fidarmi o no dei miei amici – racconta V. – a dicembre ci saranno le nuove elezioni, noi lo abbiamo un candidato opposto a Kabila, ma lui ha introdotto le votazioni elettroniche e sarà impossibile impedire i brogli.

Sono qui a Terra Madre anche per raccontare all’Europa e a tutto il mondo come stiamo vivendo in Congo».
La delegazione africana ospitata nella Terra dei Santi (che venera le missioni salesiane nei loro Paesi) ripartirà nella giornata di domani, martedì, lasciando un pezzo del loro mondo in ogni casa astigiana ospitante.

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