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Dimissioni all’Asp: il sindaco Rasero si confronta con il presidente dimissionario

Dietro i motivi delle dimissioni di Negro ci sarebbe una lettera dell’Asp con cui si chiedeva di modificare gli indirizzi generali inseriti nel DUP e il secco no del sindaco

Rasero incontra il presidente dimissionario

A poco più di 24 ore dalle dimissioni formali del presidente dell’Asp Livio Negro e del vice Andrea Morando arriva la notizia di un probabile incontro chiarificatore tra lo stesso Negro e il sindaco di Asti Maurizio Rasero. Incontro che seguirebbe una telefonata avvenuta tra i due ieri pomeriggio.

Venerdì, raggiunto al telefono, il presidente dimissionario non ha voluto commentare né spiegare i motivi che l’hanno convinto a rassegnare le dimissioni, mentre Morando ha semplicemente detto che “non c’erano più gli stessi obiettivi condivisi con il Comune”.

Le divergenze sulla gestione della multiutility tra l’indirizzo dato dal Comune, che ne detiene il 55%, e il socio privato sono risapute, ma sembra che i rapporti siano diventati molto tesi negli ultimi giorni culminati in u’accesa riunione operativa cui hanno preso parte il sindaco, il vice Coppo, l’assessore al bilancio e i rappresentanti del socio privato.

Il problema si chiama DUP

Eppure la voce più accreditata indica nel DUP (Documento Unico di Programmazione 2019-2021) il vero motivo del contendere tra Comune e socio privato. A dirlo sono più fonti e sarebbero le indicazioni sull’Asp inserite nel DUP ad aver tracciato un solco tra socio pubblico e privato causando anche la rottura della fiducia tra il presidente uscente Livio Negro e il sindaco che l’aveva nominato.

A pagina 38 del DUP, approvato dal Comune, vengono indicati gli indirizzi generali sull’Asp, tra cui “conseguire un significativo risparmio annuo sul costo del servizio rifiuti e perseguire un costante miglioramento della qualità del servizio”, ma anche “ridurre di tre punti percentuali il rapporto tra i costi di struttura e i costi operativi, a livello medio aziendale”. E ancora: “Annullare o non prevedere qualunque automatismo di premialità variabile relativa alle retribuzioni dei quadri e dei dirigenti” fino a “evitare di disperdere capacità lavorative a causa di collaborazioni convenzionali/contrattuali con altre amministrazioni/società/enti e non autorizzare incarichi esterni ai propri dipendenti”.

Una lettera formale, inviata al sindaco da parte dell’amministratore delegato di Asp, avrebbe chiesto di modificare le indicazioni inserite nel DUP. Il sindaco, sorpreso e infastidito dalla comunicazione, avrebbe risposto picche dicendo che non avrebbe indietreggiato di un passo.

Rasero si sarebbe anche stupito della richiesta formale che non sarebbe stata anticipata in alcun modo da una telefonata informale, come invece capita in questi casi, da parte del “suo” presidente. Da qui le tensioni tra i due culminate nella decisione del presidente Negro di dimettersi con una lettera di due pagine dai toni piuttosto accesi.

Riequilibrare i rapporti con il socio privato

L’amministrazione Rasero non ha mai fatto mistero di voler rilanciare la multiutility rivedendo, però, il peso del pubblico rispetto al ruolo dei privati. Una scelta dettata dalla necessità di dare migliori servizi a costi contenuti. Tra questi punti c’è anche l’ipotesi di riassegnare all’Asp la gestione dell’illuminazione pubblica oggi in mano ad AEC che avrebbe dovuto gestirla insieme al famoso teleriscaldamento, mai partito e anzi oggetto di ricorso al TAR.

“A me non interessano i nomi, ma i progetti che si faranno per il futuro – commenta il vice sindaco Marcello Coppo – Se Livio e Andrea, persone che hanno la mia stima, non se la sentono di andare avanti lo faranno altri”.

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