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Domenica senza spesa: opinioni contrastanti ad Asti

Le reazioni in città all’idea di chiudere nei festivi il 75% dei negozi: ecco perché farlo, come e perché sarebbe un errore

Negozi chiusi la domenica: le prime opinioni

Anche ad Asti fa discutere l’annuncio del Ministro Di Maio sullo stop all’apertura dei centri commerciali e dei negozi alla domenica e nei giorni festivi, ad eccezione del 25% delle attività individuate con turni stabiliti, si pensa, dai Comuni. Diverse le ipotesi al vaglio della commissione parlamentare competente, una delle quali lascerebbe libertà di apertura nei Comuni turistici e nelle città d’arte. Di Maio critica l’attuale liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura, prevista dal “Salva Italia” del Governo Monti, che sta «distruggendo le famiglie italiane». «Questa proposta – aggiunge il vice premier – ci viene chiesta dai commercianti, da padri e madri di famiglia che essendo proprietari di un negozio dicono: “Se mi mettete in concorrenza con un centro commerciale dal lunedì al venerdì i miei figli non li vedo più”».

Il parere della Confcommercio

Ma cosa pensano della proposta del ministro le associazioni di categoria astigiane? «La proposta è un’ipotesi che abbiamo preso in considerazione diversi anni fa tenendo conto di una serie di motivi che vanno dal costo del personale al diritto al riposo, ai costi più generali per tenere aperta un’attività anche la domenica o nei festivi – commenta il direttore di Confcommercio Asti Claudio Bruno – Noi abbiamo suggerito di tenere aperti i negozi 25 domeniche su 52, preservando le necessità dei Comuni turistici che, ovviamente, hanno esigenze particolari. Il problema, però, è che non sempre un Comune turistico per riconoscimento regionale sviluppa un’altrettanta mentalità turistica e di cultura dell’accoglienza». Un esempio calzante è proprio Asti che è riconosciuta dalla Regione come città turistica (insieme ad altri 34 Comuni della provincia), ma dove la maggior parte dei negozi resta chiusa la domenica per abitudine o per calcolo nel rapporto costi-incassi. «Se i turisti arrivano la domenica – continua Bruno – sarebbe utile stare aperti e chiudere il lunedì, oppure un altro giorno della settimana. Ad Alba, tanto per rimanere in zona, i negozi sono aperti la domenica e chiusi nel 90% dei casi proprio il lunedì». Ma per Bruno una delle priorità per aiutare il commercio è bloccare l’aumento dell’iva e per questo la Confcommercio ha chiesto un confronto urgente con il Governo.

Le priorità della Confesercenti

Più scettico e in attesa che «si lascino gli slogan per i fatti» è il presidente della Confesercenti di Asti Andrea Visconti. «L’idea è positiva, anche per riportare la concorrenza tra piccola e grande distribuzione a una situazione più normale, ma il piccolo commercio soffre molto la sfida con l’e-commerce dove compri quando e come vuoi. Secondo noi il prodotto di eccellenza lo si trova nel piccolo commercio, non nella grande distribuzione, e questo è un punto di forza per i piccoli distributori, ma ci sono tre problemi che occorre risolvere in fretta e senza perdere ulteriore tempo: la burocrazia che è folle, l’impostazione fiscale su imprese e piccolo commercio e la lotta alla disoccupazione che non si risolve con slogan o puntando al reddito di cittadinanza».

I dubbi sulla legge del vice sindaco Coppo

Di diverso avviso il vice sindaco Marcello Coppo con delega al commercio. «Tanto per cominciare bisogna capire quale sarà l’eventuale impostazione della nuova legge e se le decisioni sui turni saranno affidate ai Comuni, come spero, o ad altri. Inoltre quali saranno i Comuni turistici? Che deroghe avranno?»

Coppo parla a titolo personale, perché della questione non ha ancora discusso con il suo partito, Fratelli d’Italia, ma ritiene «che la spesa si possa fare il sabato pomeriggio anziché la domenica mattina» e che «uno dei problemi è capire fino a che punto il dipendente possa scegliere in libertà se lavorare o no nei festivi». In ogni caso anche per Coppo l’e-commerce continuerebbe ad essere in concorrenza con i piccoli negozi: «Potrebbe anche esserci la lavorazione dell’ordine il lunedì, ma se uno acquista sui siti esteri valgono le regole degli altri stati e quindi la vedo un po’ dura regolamentare questo aspetto dello shopping on line».

Per l’assessore al turismo sarebbe un errore

Molto più critica per l’impostazione che si vuole dare alla legge è Loretta Bologna, assessore al turismo. «Il commercio sta cambiando e credo che adeguarsi ai tempi sia non solo necessario, ma indispensabile per poter restare competitivi. Capisco la mentalità di chi fa commercio da 40 anni, magari poco incline a cambiare, ma se si vuole trasformare il turismo in un progetto economico è necessario che, la domenica, i visitatori trovino aperti un po’ di bar e delle attività. I franchising si sono già organizzati e non fanno fatica a restare aperti, ma penso anche a realtà come Alba o Acqui Terme dove nei festivi trovi i negozi aperti perché i commercianti hanno concordato gli stessi orari».

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