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Attualità

Dopo l'occupazione, studenti in corteo
In 700 contro tagli e aule gelate

All'indomani dei giorni (e delle notti) di presidio negli istituti superiori cittadini, gli studenti sono tornati a manifestare nella mattinata. Un lungo corteo per protestare contro i tagli all'istruzione pubblica, ma anche per stimolare l'opinione pubblica sui problemi strutturali delle strutture astigiane. «L’occupazione è stata anche l’occasione per sensibilizzare noi ragazzi al rispetto dell’edificio»

Ancora una volta sono scesi in piazza per protestare contro i tagli alla scuola del Governo Monti e sottolineare diverse problematiche interne ai singoli istituiti cittadino. Sono i circa 700 studenti astigiani che ieri, giovedì, hanno dato vita ad un lungo corteo attraverso le vie del centro storico per dire basta e rivendicare i propri diritti di studenti. Lo sciopero si è svolto all’indomani di una intera giornata (e nottata) di presidio nei diversi istituti cittadini che ha visto coinvolti centinaia di ragazzi. Tra i motivi delle proteste, a livello locale, c’è sicuramente il problema comune del riscaldamento nelle aule e la sicurezza degli edifici scolastici.

A seguire poi il decreto di legge Aprea (che per ora ha subito una battuta d’arresto in Senato) e i tagli ai finanziamenti. «Mercoledì – ha spiegato Valeria Gazzetta, rappresentante d’istituto del liceo classico Alfieri – abbiamo presidiato l’istituto con i compagni del “Sella”, sia durante la mattinata, quando abbiamo bloccato le lezioni che sono state sostituite da attività formative e discussioni, sia durante la notte. La decisione è stata presa dopo che i docenti, per protesta, hanno votato il blocco delle gite e delle attività extracurricolari. Abbiamo così pensato di scegliere un’altra forma di protesta, condividendo però gli stessi obiettivi. Protestiamo contro i tagli alla scuola e contro le condizioni in cui versa il nostro istituto, dove sono stati fatti solo interventi tampone».

Ad aspettare il corteo dei ragazzi di fronte al liceo anche una delle docenti che ha vigilato sul presidio durante la notte di mercoledì. «Sono dei ragazzi favolosi – ha commentato la docente – maturi e molto consapevoli. Ci danno un grande supporto in questo momento. E la cosa importante è che sono sempre pronti a studiare e a fare il loro dovere». A protestare anche i ragazzi dell’istituto Monti. «La cosa che più ci preoccupa – ha spiegato Andrea Gianizzo, rappresentante d’istituto – è la situazione della succursale. Dichiarata a norma, dopo l’ultimo terremoto ha mostrato nuove crepe».

Gli studenti dell’Artom, invece, lamentano i tagli ai finanziamenti che fanno sì che «i laboratori siano sempre più vecchi – ha raccontato Raffaele Diacono – e senza materiale. Noi siamo una scuola tecnica e abbiamo bisogno di laboratori adeguati. Inoltre, la nostra scuola è stata oggetto di atti di vandalismo nei bagni. L’occupazione ha rappresentato anche l’occasione per sensibilizzare i ragazzi al rispetto dell’edificio». Daniel Rossi del liceo scientifico “Vercelli” spiega che la protesta continua perché «manca la fiducia nel Governo Monti» e che il vero problema della scuola «è il rapporto tra docenti e studenti, che si è impoverito perdendo la componente di umanità necessaria».

Anche il Giobert ha vissuto la sua giornata di presidio, sotto la supervisione di docenti e dirigente scolastica. Le proteste erano rivolte alla situazione dei laboratori, «anche se noi siamo fortunati – spiegano i rappresentanti – perché l’edificio non ha problemi strutturali». Ad essere occupate mercoledì, oltre al liceo classico, anche il Giobert (nella forma del presidio), l’Artom, il liceo scientifico Vercelli, l’istituto Monti e il liceo artistico “Benedetto Alfieri” che porta avanti l’occupazione già dalla scorsa settimana.

Cristina Capra

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