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Doppia promessa politica per i rimborsi Inps agli alluvionati
Attualità

Doppia promessa politica per i rimborsi Inps agli alluvionati

In queste settimane il Governo italiano è chiamato a dare risposte precise e puntuali alla Commissione Europea che ha aperto un'istruttoria formale per verificare se i rimborsi del 90% dei versamenti previdenziali nei tre anni post alluvione, siano comparabili ad aiuti di Stato oppure no. A rischio molte imprese alluvionate che, in caso di esito negativo, si troverebbero a dover restituire quanto già pagato e poi ottenuto in rimborso tramite sentenze civili

La politica si impegna, su due livelli differenti, a risolvere la questione dei rimborsi Inps delle aziende piemontesi alluvionate nel 1994. A fare la promessa ieri pomeriggio in Municipio gli europarlamentari dell'Idv Gianni Vattimo e Giommaria Uggias ad Asti per sostenere la candidatura di Alberto Pasta al Senato nella lista Rivoluzione Civile Ingroia.

A presentare il problema gli avvocati Pasta e Sellitti che, come studio legale, seguono decine di aziende alluvionate alle prese con una legge di nove anni fa. Un comma della legge finanziaria 2004 prevedeva che le aziende alluvionate che non avessero pagato i contributi previdenziali negli anni 1995-96-97 potevano sanare la loro posizione versando solo il 10% del dovuto. Per estensione, dunque, quelle che invece, in quei tre anni avevano pagato l'intera somma dovuta, avrebbero avuto diritto al rimborso del 90% per arrivare ad un trattamento equo fra tutte le imprese che avevano subito danni dall'alluvione. Un'interpretazione che da subito venne respinta dall'Inps costringendo le aziende, per vedersi riconosciuto il rimborso, a intentare cause civili.

In primo, secondo grado e Cassazione, i giudici hanno sempre dato ragione agli alluvionati e in molti casi l'Inps aveva già rimborsato il 90%. Tutto si è fermato quando, l'anno scorso, un giudice di Cuneo ha posto alla Commissione Europea un quesito: possono questi rimborsi configurarsi come aiuti di Stato e dunque obbligatoriamente essere sottoposti alla procedura di autorizzazione da parte dell'Unione Europea? Dopo molti solleciti, la Commissione Ue nei mesi scorsi ha aperto un'istruttoria e ha chiesto al Governo italiano una serie di spiegazioni per arrivare alla sua conclusione. Ma le risposte che il Governo sta dando, secondo Pasta e Sellitti, non sarebbero sufficientemente accurate e puntuali, facendo rischiare le aziende alluvionate. Infatti, se la Commissione Europea dovesse decidere che si trattava di aiuti di Stato e, non essendo stati erogati secondo procedura, dovranno essere restituiti, molte imprese dovranno nuovamente tirare fuori quel 90% già pagato negli anni post alluvione e rimborsati dall'Inps pochi anni fa. «Oltre ad essere una questione di diritto che va rispettata – ha detto Pastaper le imprese, in questo periodo, restituire i rimborsi potrebbe significare la chiusura e il fallimento».

Così gli europarlamentari si sono impegnati a seguire la vicenda a Bruxelles, presso la Commissione, mentre Pasta, in caso di elezione, ha garantito che si sarebbe interessato alle risposte che lo Stato italiano sta dando alle richieste dell'istruttoria.

Daniela Peira

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