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Bottiglie di barbera nell'enoteca
Attualità, Economia

Export Barbera: la “rossa” piace alla Cina

Sotto la regia del padrone di casa, l’amministratore unico Maurizio Grasso, si sono alternati gli interventi degli esperti del settore

Export Barbera

Export Barbera La Barbera e le sue numerose declinazioni in giro per il mondo sono state le protagoniste del convegno e a seguire della degustazione organizzati giovedì sera a L’ Enotecnica di Nizza Monferrato. Sotto la regia del padrone di casa, l’amministratore unico Maurizio Grasso, si sono alternati gli interventi degli esperti del settore: da Filippo Mobrici Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, a Gianni Bertolino Presidente della Produttori del Nizza, Pier Giacomo Sarra Professore Ordinario di Microbiologia Industriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza oltre a Gianpaolo Benevento responsabile Ricerca e Sviluppo L’Enotecnica.

Le potenzialità

Lo scopo, quello di presentare al pubblico intervenuto (giornalisti, produttori vinicoli, cantine e operatori del settore vitivinicolo) non solo le potenzialità del vitigno Barbera, sempre più internazionalizzato, ma anche le conquiste tecnico-scientifiche raggiunte dall’azienda nicese che, in collaborazione con il Consorzio e l’università di Torino, ha isolato una speciale tipologia di lievito autoctono (il BBR38) ideale per il vino Barbera.

Vitigno più diffuso

Come ha spiegato il presidente Mobrici, «il Barbera si conferma come il vitigno più diffuso sul territorio piemontese. Il 35% della superficie pari a 50mila ettari concentrati soprattutto nel sud del Piemonte, tra Astigiano e Alessandrino, il Monferrato. Dove cioè, è possibile trovare le due denominazioni principali: la Barbera d’Asti e la Barbera del Monferrato». Ma non solo, perché in realtà il vitigno Barbera risulta diffuso un po’ in tutta Italia e in particolare in 14 regioni, così come lo si riscontra anche in paesi dell’America Latina, in California e in Australia. «Merito dei nostri avi che da migranti hanno portato con loro il vitigno, facendolo scoprire nei paesi ospiti – spiega Gianni Bertolino – Una fortuna per noi, perché all’estero non occorrono ulteriori presentazioni.

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