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I profughi e quei traumi che viaggiano con loro
Attualità

I profughi e quei traumi che viaggiano con loro

L’hanno definita una “ricerca grezza” ma in realtà è uno spaccato più che apprezzabile sugli effetti traumatici della migrazione delle migliaia di persone che attraversano Medio Oriente ed

L’hanno definita una “ricerca grezza” ma in realtà è uno spaccato più che apprezzabile sugli effetti traumatici della migrazione delle migliaia di persone che attraversano Medio Oriente ed Africa per giungere in Libia dove attendono in campi disumani la partenza con le carrette del mare nella speranza di raggiungere le coste italiane e di non finire in fondo al mare in qualcuno dei sempre più numerosi naufragi. Una ricerca condotta dal Piam, onlus che da oltre dieci ani si occupa di accoglienza migranti e di lotta alla tratta umana, insieme al Laboratorio di Gruppo analisi su un gruppo di richiedenti asilo politico in carico all’associazione dal novembre 2014 all’aprile 2015.

Quando i profughi “sbarcano” ad Asti ci si preoccupa principalmente di trovare loro casa, cibo, sicurezza personale e poi si cominciano i percorsi di alfabetizzazione e di integrazione. Qualcuno di loro racconta la sua “avventura”, i motivi dell’allontamento da casa sua, i soprusi subiti nei Paesi ospitanti, le trattative per la traversata sui barconi, ma pochi se la sentono di raccontare le paure più profonde, le esperienze di guerra e violenza subite. Ognuno di loro si porta dietro una sofferenza psicologica che merita di essere analizzata ed affrontata e non nascosta e lasciata maturare. Di questi temi si parlerà in una due giorni organizzata da Piam Consorzio Coala e Laboratorio di Gruppo Analisi al Centro Culturale San Secondo. Sotto il titolo "Sofferenze e traumi nell’attuale processo migratorio: il prima, il durante e il dopo Libia nell’esperienza dei richiedenti asilo" si alterneranno a partire da stamattina diversi relatori che hanno avuto contatti diretti con i profughi e hanno raccolto le loro esperienze.

Fra i momenti più salienti, alle 9,45 al presentazione della ricerca attraverso dati e filmati. Si parlerà anche di come proprio la sofferenza psichica stia entrando nei criteri di valutazione delle commissioni territoriali chiamate ad esprimersi sul rilascio dello status di rifugiato politico. Nel pomeriggio si terranno due workshop che tratteranno l’approccio alle violenze e ai traumi al loro arrivo nelle strutture di accoglienza. Il convegno riprenderà domani mattina, sabato con un focus sulle nuove sensibilità dell’accoglienza.

d.p.

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