Cerca
Close this search box.
Il miracolo degli Alpini: Asti come Rimini
Attualità

Il miracolo degli Alpini: Asti come Rimini

Asti, sei proprio tu? Il dubbio mi è venuto ieri sera, muovendomi tra vie, piazze e giardini del centro – molto allargato – della mia città. Alpini ovunque, musica, giochi, venditori di bibite, panini, hot dog, banchetti di souvenirs e negozi, tantissimi, aperti fino a notte fonda

Asti, sei proprio tu? Il dubbio mi è venuto ieri sera, muovendomi tra vie, piazze e giardini del centro – molto allargato – della mia città. Alpini ovunque, musica, giochi, venditori di bibite, panini, hot dog, banchetti di souvenirs e negozi, tantissimi, aperti fino a notte fonda. Giovani e anziani, tutti insieme a festeggiare, cantando e mangiando tra dehors affollati e street food improvvisati. Un sogno? No, il primo miracolo che gli alpini hanno compiuto sbarcando con i loro camper, caravan, tende, pullman, bici (o a piedi) nella nostra bella città.

Asti in poche altre occasioni è stata così bella, soprattutto agli occhi degli astigiani, dai gusti difficili, molti ancora convinti che la città sia in effetti molto bella e proprio per questo bisogna “conservarla” come un antico gioiello di famiglia, dentro una cassaforte, fuori dalla vista perché, altrimenti, si sciupa. Errore che questa Adunata Nazionale degli Alpini ci mostra in tutti i suoi limiti: da tempo non avevamo una città così viva, così “aperta al mondo”, un luogo che siamo fieri di mostrare perché è la nostra città, con tanti difetti, ma soprattutto i suoi infiniti pregi.

Fino a domenica sera, ad Asti ci sarà molta più movida che a Rimini in agosto: sarà più viva, più bella, più ricca. Una ricchezza che va al di là delle ricadute economiche che avrà il territorio grazie all’Adunata degli alpini. La vera ricchezza sarà fare tesoro di questi tre giorni, capire che una città animata, con musica, street food, show improvvisati per strada e altro, è solo un bene, non una iattura di cui lamentarsi.

E’ vero, ieri sera era addirittura impossibile camminare lungo corso Alfieri, da Palazzo Alfieri, finalmente riaperto dopo 20 anni di inaccettabile chiusura, fino a piazza I Maggio. Muoversi con l’auto, purché possibile in alcune zone fuori dal centro, era poco pratico. Certo, qualcuno può aver dormito poco, soprattutto se abita nel cuore pulsante di questa grande festa, ma l’Adunata finirà domani sera… e poi?

Poi resterà ciò che possiamo definire una prova su strada, un test per una città diversa, un luogo inclusivo, non esclusivo, una enorme location dove creare eventi di grande richiamo per cittadini, turisti, giovani e non più. Molto meno di un’Adunata nazionale, va da sé, ma dalla semplice AstiMusica, alle notti bianche, rosa o verdi, da un concerto live nel bar sotto casa, fino al più bislacco flashmob animato lì per lì, Asti ha tutto ciò che serve per essere non più quella città grigia e stanca che aspira a cambiare, ma non ha la voglia di farlo.

Basta sopravvivere da ottobre ad aprile, sperando in un ritorno della bella stagione (ma poi a che serve se bastano un paio di concerti in piazza Cattedrale per chiedere di zittire la città?), basta brontolare se qualcosa che può piacere ad altri non piace a noi stessi. E, soprattutto, l’erba del vicino non è sempre più verde, ma è il vicino ad essere solo un po’ più accorto e tollerante, pronto a collaborare nell’interesse dei più.

Riccardo Santagati

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale