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Il professor Gerbi premiato al Vinitaly di Verona
Attualità

Il professor Vincenzo Gerbi premiato al Vinitaly di Verona

In occasione del “Vinitaly” di Verona è stato consegnato al prof. Vincenzo Gerbi il prestigioso premio “Angelo Betti” (ex “Cangrande”), conferito ogni anno, su segnalazione delle Regioni, ai benemeriti della vitivinicoltura

Il Vinitaly premia il professor Gerbi

In occasione del “Vinitaly” di Verona è stato consegnato al prof. Vincenzo Gerbi il prestigioso premio “Angelo Betti” (ex “Cangrande”), conferito ogni anno, su segnalazione delle Regioni, ai benemeriti della vitivinicoltura che con la propria attività professionale o imprenditoriale, hanno contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.
La Regione Piemonte, per volontà dell’assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero e del presidente Sergio Chiamparino, ha scelto per quest’anno di assegnare il premio al prof. Gerbi, professore ordinario di Scienza e Tecnologia degli Alimenti alla facoltà di Agraria dell’Università di Torino, che da anni svolge attività di ricerca e insegnamento in viticoltura ed enologia.
Oltre a ciò, è stato grande l’impegno nella promozione della qualità dei vini astigiani.

L’Anteprima della Barbera

Solo a titolo di esempio dei numerosi interventi effettuati dal prof. Gerbi, basti ricordare che da diciotto anni conduce l’Anteprima della Barbera d’Asti Docg, organizzata da Coldiretti Asti per valutare le potenzialità della nuova annata, fornendo preziosi suggerimenti nella vinificazione ai vignaioli astigiani. I suggerimenti tecnici da lui espressi sono stati rivolti tanto ai produttori privati, quanto alle Cantine sociali, favorendo un miglioramento importante della produzione enologica astigiana e piemontese, che oggi si confronta a pieno titolo con quella nazionale ed internazionale.

Una bella emozione

“La consegna del premio è stata una bella emozione – commenta il professor Gerbi – perché è stato l’unico riconoscimento consegnato ad un non produttore.”
A che cosa è dovuto questo suo impegno nella promozione della qualità dei vini astigiani?
“Essenzialmente alla passione, perché questa attività non ha certamente riconoscimenti professionali o di carriera, dato che in ambito accademico contano le pubblicazioni scientifiche: sinora l’attività divulgativa non è stata utile per la carriera universitaria.”
Come valuta la situazione enologica astigiana?
“Mentre la quantità rimane stabile, la qualità dei prodotti è cresciuta, con una percentuale di vini in fascia alta decisamente superiore, sia per le aziende familiari, sia per le Cantine sociali.
In queste ultime si sono registrati importanti miglioramenti, legati alla capacità dei dirigenti di portare i loro soci verso un percorso di qualità.
Per alcune il percorso è evidente e lo si vede nella qualità dei prodotti e nei prezzi di vendita.
Questi dirigenti lavorano bene e non possono sbagliare perché un eventuale errore danneggerebbe i loro soci: hanno un compito gravoso, di cui sono pienamente consapevoli.

Un importante salto verso la qualità

Nella storia della cooperazione astigiana, che dalla vicenda dell’Asti Nord degli Anni Sessanta ha avuto un danno gravissimo, questo salto verso la qualità è molto importante. Certo, restano ancora alcune realtà in cui il cambiamento è stato meno deciso, ma certamente gli esempi positivi e soprattutto il livello di prezzi che spuntano sul mercato i prodotti di qualità, faranno da traino anche per i dirigenti e di tecnici di cantina che sinora sono stati meno pronti verso il miglioramento.”

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