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Attualità

Il sindaco al Prefetto: “Basta migranti ad Asti”

Ora farebbe discutere la nuova richiesta della Prefettura di autorizzare l’ulterore accoglienza di 25 persone in città

L’accoglienza dei migranti ha coinvolto la nostra città con una risposta che non si è fatta attendere, fin dalla primavera 2014, ed è stata all’altezza della situazione, non certo facile come la cronaca del Paese documenta quotidianamente.

Sono molte le difficoltà, prima fra tutte incontrare la disponibilità dei Comuni, sancita dal Piano nazionale del Ministero in accordo con l’Anci (dicembre 2016): garantire un numero di presenze di richiedenti asilo rapportato alla popolazione residente, per un livello più adeguato di sostenibilità e di possibile, vera integrazione.

Ora farebbe discutere la nuova richiesta della Prefettura di autorizzare l’ulterore accoglienza di 25 persone in città.

Con una lettera inviata al Prefetto il sindaco Maurizio Rasero e l’Assessore Servizi sociali Mariangela Cotto ritengono “alla luce dell’oggettiva situazione di presenze sul territorio comunale, una progressiva diminuzione di queste ultime”.

Si ricorda al proposito che la Città di Asti è riconosciuta sede Sprar  (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), il servizio del Ministero dell’Interno che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione dei richiedenti asilo, e in quanto tale accoglie 44 persone.

A queste si aggiungano i 369 dei Centri accoglienza straordinaria (Cas), strutture  individuate dalle prefetture, in convenzione con cooperative e associazioni, secondo bandi di gara  e sentito l’ente locale nel cui territorio la struttura è situata.

“Tale già consistente presenza – prosegue la lettera – se incrementata degli ulteriori 25 arriverebbe a un totale di 438 posti, in una città che continua ad essere colpita in modo rilevante dagli effetti della crisi nazionale e internazionale”.

I numeri attuali sono già molto al di sopra del rapporto del 2,5 migranti/1000 abitanti previsto dagli accordi siglati tra Anci e Viminale, e l’Amministrazione comunale fa inoltre riferimento nella sua richiesta alla cosiddetta “clausola di salvaguardia” che “rende esenti i Comuni che appartengano alla Rete Sprar, o che abbiano già formalmente manifestato la volontà di aderirvi, dalla attivazione di ulteriori forme di accoglienza” (circolare Ministero Interno 11/10/2016). 

La lettera quindi nell’auspicare “il coinvolgimento di quei comuni privi di centri di accoglienza, nonché la sempre maggiore disponibilità al costruttivo confronto” chiede di escludere il Comune di Asti da ulteriori assegnazioni.

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