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Rasero: «Ne prendo atto, ma non cambia il programma»
Attualità

«Il sindaco viene pagato o lavora gratuitamente?»

Una richiesta di trasparenza dalla minoranza in vista del bilancio

Il sindaco viene pagato o lavora gratis?

Quanto guadagnano gli assessori della giunta Rasero? Chi di loro è occupato a tempo pieno, e chi a tempo parziale, mantenendo il rapporto di lavoro che avevano prima di essere chiamati a far parte della squadra del sindaco?

Ma soprattutto: quanto guadagna il primo cittadino che, il 29 giugno scorso, aveva dichiarato di voler rinunciare all’indennità di carica spettante «per utilizzare l’economia di spesa in servizi per i cittadini»? E l’assessore Cotto che ha fatto lo stesso, come dichiarazione firmata il 7 luglio, essendo già beneficiaria di un vitalizio mensile della Regione Piemonte?

L’interpellanza dei consiglieri

Queste e altre domande inerenti la posizione lavorativa ed economica del sindaco e della giunta sono oggetto di un’interpellanza congiunta a firma dei consiglieri di minoranza Beppe Passarino e Michele Anselmo (Uniti si può) e Angela Quaglia (CambiAMO Asti).

I tre, depositando l’interpellanza, hanno allegato il verbale della delibera di giunta 351, dell’11 luglio scorso, in cui si precisano le indennità spettanti agli amministratori comunali: 3.345,31 euro (sindaco), 2.658,99 (vice sindaco), 2.127,18 (assessori) e 2.127,18 (presidente del Consiglio comunale). Gli importi vengono dimezzati per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l’aspettativa.

Le rinunce di due amministratori

Nello stesso vengono richiamate le due rinunce formali al compenso da parte del sindaco e dell’assessore Cotto, ma questo avveniva prima che lo stesso Rasero si dimettesse dalla carica di vice presidente della CrAsti.

Ora i consiglieri di minoranza chiedono se il sindaco abbia cambiato la propria posizione economica nei confronti dell’Ente, tenuto conto che in una delibera del 17 ottobre scorso si precisava che il compenso spettante al sindaco dovesse andare in favore della Banca del Dono.

Come nasce l’interpellanza

Non c’è nulla di anomalo se Passarino, Anselmo e Quaglia hanno deciso di presentare un’interpellanza sui compensi di sindaco e assessori e sul loro tempo di lavoro in Comune, c’è invece qualcosa di molto curioso nei motivi che avrebbe spinto Passarino ad essere il primo firmatario del documento.

«In vista del Consiglio sul bilancio, che si terrà da metà marzo, ho chiesto una copia cartacea del documento, ma mi è stato risposto che stamparlo avrebbe inciso per 300 euro sui conti del Comune e che nessun consigliere ne avrebbe preteso una copia cartacea. Si tratta di 1.700 pagine da stampare in copisteria, ma chiaramente non era certo mia intenzione incidere così tanto sulle casse del Comune. Ho quindi deciso di portare da casa una risma di carta, ma anche così mi hanno fatto delle questioni, pur riconoscendo il mio diritto, se avessi insistito, ad avere quanto chiesto. Alla fine mi sono accontentato della versione su CD, ma certo non mi pare tanto normale e non credo che possa essere uno spreco». Passarino, che ha rinunciato al gettone da consigliere, ritiene che le domande poste siano un segno di trasparenza e chiarezza nei confronti dei consiglieri e dei cittadini.

Riccardo Santagati

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