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«Vogliamo una città più giovane e più tollerante»
Attualità

«Vogliamo una città più giovane e più tollerante»

Intervista al neo assessore Elisa Pietragalla, esponente del gruppo I Giovani Astigiani, che ha ottenuto le deleghe alle politiche giovanili, manifestazioni e pari opportunità di Asti

E’ il più giovane assessore della Giunta Rasero, appena 26 anni, ed è alla sua prima esperienza politica: Elisa Pietragalla, esponente del gruppo I Giovani Astigiani, ha ottenuto le deleghe alle politiche giovanili, manifestazioni e pari opportunità. A distanza di qualche giorno dal suo arrivo in assessorato, l’abbiamo incontrata per conoscere quali saranno le linee guida dei suoi tre settori.

Parliamo di giovani e del loro rapporto con la città: qual è lo stato di salute di Asti rispetto agli spazi dedicati a loro?

Quando si parla con i giovani si sente dire che Asti non è una città viva, che non c’è nulla da fare o comunque molto poco. Quelli della mia età, però, si preoccupano perché manca il lavoro prima ancora degli spazi. Una volta c’era il centro giovani, ma anche oggi si sente l’esigenza di un luogo per incontrarsi, chiacchierare e socializzare.

Forse, prima ancora dei soldi, le politiche giovanili hanno bisogno di idee nuove. C’è già qualche progetto che vorrebbe attuare entro la fine dell’anno?

Sì, stiamo lavorando ad un’iniziativa, in collaborazione con Poste Italiane, per un annullo filatelico dedicato a chi nel 2017 compie 18 anni. E’ un progetto volto a sensibilizzare i giovani nei confronti della società, delle attività sociali e della politica, un modo per responsabilizzarli e coinvolgerli.

Per coinvolgere i giovani è però necessario parlare con loro attraverso politiche inclusive. Fino ad oggi, purtroppo, ci sono state tante buone intenzioni, ma più fine a se stesse che a strutturare un rapporto continuativo tra l’ente comunale e le nuove generazioni. Soluzioni a riguardo?

Nei primi giorni in assessorato ho avuto modo di confrontarmi con gli uffici per dare la possibilità ai ragazzi, di età compresa tra 13 e 18 anni, di dialogare con noi e raccontarci i loro problemi, che cosa vorrebbero dalla città e quali sono le esigenze più sentite. Forse, sapendo che c’è un assessore giovane, avranno meno timori di rivolgersi al Comune e interagire con noi, anche attraverso gli strumenti che usano di più come i social network.

Nelle politiche giovanili non sarebbe più semplice importare ad Asti ciò che già funziona in altre città?

Di certo voglio informarmi per studiare i progetti di questo settore in altre città e confrontarmi con i miei colleghi che si occupano di politiche giovanili.

La sua delega alle manifestazioni è forse la più complicata perché, se da un lato c’è la necessità di rinnovare i grandi eventi, quelli tradizionali ospitati ad Asti, dall’altro c’è bisogno di creare nuove idee per richiamare più turisti e visitatori in città. Una sfida non semplice.

Già ora stiamo lavorando alla prossima Fiera del Tartufo che per l’amministrazione è la prima scadenza importante tra le manifestazioni. Sì farà, probabilmente con un’altra formula, in versione un po’ più “street”, ma senza tentare di fare cose fuori dalle nostre possibilità. La articoleremo su due week end con l’obiettivo di fare bella figura. Per organizzare una grande manifestazione è necessario partire in tempo, con una struttura dietro e senza improvvisazioni.

Ad Asti ci sono tante associazioni che potrebbero collaborare con il Comune per creare iniziative di qualità. Le andrà a cercare?

Sì, certo. Se ci sono temi non sviluppati dalle precedenti amministrazioni mi piacerebbe confrontarmi con queste realtà e cercare di dare a tutti la giusta visibilità

E’ consapevole che dovrà combattere anche contro la nota “insofferenza” degli astigiani rispetto alle novità e ai rumori provocati da questi eventi, specie se in centro?

Durante Astimusica mi hanno già cercata per lamentarsi del rumore, ma ci sono quelli che si lamentano anche per il rumore che fanno i bar con i loro dehor. Sono convinta che, pur nel contenimento del disturbo, bisogna essere più tolleranti se vogliamo avere una città più viva, più giovane, lasciando che i ragazzi si divertano frequentando piazze, vie e locali. Il problema è che c’è sempre quello che non è mai contento, qualunque cosa si faccia.

Passiamo alle pari opportunità: una delega importante che non può limitarsi solo a promuovere l’uguaglianza di uomini e donne sul posto di lavoro. Eppure per molti si tratta di una delega di poco peso. Cosa risponde?

Fino ad oggi ci sono state diverse iniziative e manifestazioni in favore delle pari opportunità; la prima che organizzeremo sarà contro la violenza sulle donne e su cui stiamo già lavorando al programma. Però, secondo me, le pari opportunità non possono essere solo per le donne, ma anche in favore di altri soggetti “deboli” come i padri in difficoltà, quelli separati, che sono tanti. Poi ci sono le minoranze che vengono attaccate e verso le quali il Comune deve promuovere politiche volte al rispetto delle persone.

Ma ci sono anche casi clamorosi che riguardano le persone omosessuali, ancora oggi vittime di discriminazione come nel recente caso successo in Calabria dove ad una coppia gay è stata negata una stanza per le vacanze.

Purtroppo è vero anche questo, ci sono tante realtà che ancora discriminano gli omosessuali o che non li accettano e su questo dobbiamo lavorare partendo, anche qui, da politiche che sostengano il rispetto delle persone prima di tutto. Ognuno di noi può giudicare bene o male un tipo di sessualità, ma il rispetto delle persone non può mai venire meno, in nessun caso.

Ci sono tante città, in Italia come all’estero, che si fregiano di mettere i bambini al primo posto nelle loro politiche sociali e di accoglienza. Asti avrebbe tutte le caratteristiche per essere una città “amica dei bambini”, ma non bastano le buone intenzioni. Pensa di fare qualcosa a riguardo?

Le pari opportunità comprendono anche i più piccoli, non c’è dubbio, e anche per loro abbiamo intenzione di lavorare a diverse iniziative. La prima riguarda il prossimo Natale perché vorremmo ricreare in città quel clima natalizio di festa che non solo piace ai bambini, ma anche alle famiglie.

Riccardo Santagati

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