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Asti ceneri sepolte
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Asti ceneri sepolte

Un mistero lungo una notte per l’investigatore Giorgio Martinengo, protagonista dell’ultimo libro di Fabrizio Borgio

È un’afosa sera d’estate e un’esplosione in un’azienda specializzata nello stoccaggio di rifiuti sconvolge la città di Asti. Nell’incendio che ne consegue muoiono due dipendenti. Negli stessi istanti e a poca distanza, in un incidente stradale, muore un motociclista, mentre l’autista di un Suv finisce in coma. I due uomini sono i titolari della stessa azienda distrutta dall’incendio. Prende il via con un ritmo serrato fin dalle prime pagine e con una trama che si preannuncia fitta il nuovo romanzo del costigliolese Fabrizio Borgio, “Asti ceneri sepolte”, pubblicato dalla casa editrice genovese “Fratelli Frilli Editori”.

Protagonista, alle prese con la sua seconda indagine, l’investigatore privato Giorgio Martinengo, che vive in collina, vicino a Castagnole Lanze, tra Langhe e Monferrato, e che avevamo già conosciuto in “Vino rosso sangue”. «Ci fu un boato, fragoroso nella cupa sera d’estate, e urla lamentose di sirene che propagavano l’allarme nell’aria spessa e poi una colonna di fumo greve e denso come catrame che appesantiva ancora di più il cielo basso, schiacciato sopra Asti». Quella sera in cui una funerea e irreale colonna di fumo nero come la pece oscura il cielo di Asti, Martinengo prende servizio come soccorritore della Croce Rossa.

«Giorgio Martinengo parcheggiò il vecchio Rover nello spiazzo dirimpetto alla sede della Croce Rossa astigiana, in via Ugo Foscolo. Nelle orecchie aveva ancora le note metalliche e vibranti di Pat Metheny che con l’esecuzione live di The way up l’aveva accompagnato fino in città. La sera era calda e umida, con uno stchonf soffocante che sembrava chiudere tutta la città sotto il coperchio di una pentola a pressione. Il cielo era cupo, buio in direzione di Torino, e un odore minerale come di rame e di ozono annunciava un temporale estivo di quelli tanto bruschi e violenti quanto brevi e inutili. […] Chiuse il fuoristrada, caricò in spalla il borsone e attraversò la strada dirigendosi verso la struttura, segnalata da una grossa insegna circolare illuminata. Prestava servizio come soccorritore da svariati anni, una forma di volontariato piuttosto specifica e impegnativa che Giorgio svolgeva con la consueta minuziosa competenza e convinta passione». In quelle stesse ore è al lavoro anche il chimico Paolo Marchese, tecnico dell’Arpa che deve intervenire per monitorare il potenziale pericolo d’inquinamento ambientale derivato dal rogo dell’azienda alle porte della città. Un personaggio della storia che avevamo già conosciuto in “Vino rosso sangue”, ma che ora acquista ancor più spessore e carattere.

«Il piazzale della Apes era illuminato a giorno dalla luce glaciale dei fari fotoelettrici. Le ombre dei vigili del fuoco, tecnici dell’Arpa e agenti di polizia si allungavano sulla terra bruciata, agitandosi in intrecci impalpabili come cenere che ricadeva tutto attorno. Il fuoco si era rivelato caparbio da domare. Paolo Marchese osservava il furgone della polizia mortuaria parcheggiato non distante dalla sua postazione. […] I rilievi che aveva effettuato con i deposimetri e i campioni che aveva raccolto con i dräger erano stati inviati alla sede provinciale e ora lui rimaneva in attesa, presidiando la zona assieme ad altri colleghi richiamati appositamente per il monitoraggio dell’area. Intanto tendeva le orecchie alla conversazione in atto tra la donna e il commissario, interessato e turbato dalle notizie riguardanti le due vittime dell’incendio».

È cresciuto anche Martinengo, di cui scopriamo un nuovo lato, quello che lo vede impegnato nel volontariato, su un’ambulanza del 118, un’attività che Borgio ci fa conoscere per tanti aspetti, dal suo “interno”, per così dire. «“Rosso 01 Sierra…”. Alle spalle di Martinengo, l’infermiera aveva interrotto la sua allegra telefonata, occhi gravi e labbra serrate. Schioccò due volte le dita indirizzandosi a Giacomo che si alzò dal divano e afferrò la giacca, Luca lo imitò avviandosi giù alla rimessa dei mezzi. “Un brutto incidente all’imbocco di viale Bianco, verso il cimitero, due coinvolti”, riassunse l’uomo al telefono; lei afferrò il foglio appena compilato, diede una pacca a Giorgio e si fiondò al piano sottostante. Brüt afé, commentò lui. Si appoggiò al davanzale del finestrone e sotto vide Alpha 1 emergere dal seminterrato e squassare la quiete estiva con la sua sirena. “Inizia il fine settimana…”, osservò il centralinista. Giorgio ne convenne e si girò per ritornare al distributore ma il telefono squillò di nuovo. “Croce Rossa Asti…”. Giorgio si arrestò. Vide di nuovo l’addetto scrivere sul foglio d’intervento. “Strada Falletti? Giallo 19 Papa…”.

Martinengo prese la sua giacca e la indossò; mentre tirava su la chiusura lampo, il centralinista gli passava il foglio e terminava la chiamata con la centrale 118 di Alessandria: “Ok, ti do la partenza subito…”. Poi lo guardò un po’ nervoso: “Un incendio alla APES!”. Giorgio si fiondò di sotto, attraversò la rimessa e vide Piero che stava già mettendo in moto. “Giallo 19 Papa”, gli urlò saltando a bordo nel retro». Il bisogno di Martinengo di sapere e di capire lo porterà a far chiarezza sui fatti che metteranno in luce un vortice di corruzione e, pagina dopo pagina, si ricompone un mosaico di eventi e persone che darà luce al quadro completo degli accadimenti di quella lunga notte e di quel che giace nascosto sotto la cenere.

 

Asti ceneri sepolte – di Fabrizio Borgio

Fratelli Frilli Editori

Anno 2016, 169 pagine

I Tascabili Noir € 10,90

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