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Cronaca

Anestesista assolta per morte infermiera

A cinque anni dalla morte dell’infermiera peruviana in coma dopo un semplice intervento ortopedico, il giudice assolve l’anestesista imputata di omicidio colposo

Anestetista assolta

Anestesista assolta per il decesso di una paziente dopo un intervento di routine cui fu sottoposta una infermiera all’ospedale di Asti. La dottoressa  non ha alcuna responsabilità nell’aggravamento della paziente poco dopo il rientro in reparto e alla morte sopravvenuta un anno dopo.
E’ finita con un’assoluzione con la formula “il fatto non costituisce reato” la vicenda giudiziaria che vedeva sotto processo per omicidio colposo la dottoressa Maria Teresa Novelli, anestesista in servizio all’ospedale di Asti nel giugno del 2012.

Da intervento al ginocchio alla morte

La vicenda ebbe origine da un esposto presentato dalla madre di Idda Milagros Jaksetic, 43 anni, infermiera di origine peruviana in forza al nosocomio astigiano. L’infermiera era stata sottoposta ad un piccolo intervento ad un ginocchio. In quell’occasione la madre la raggiunse per prestarle assistenza fino al completo recupero.
Un intervento di routine, confermato anche dalla tempistica riportata in cartella clinica: meno di un’ora in sala operatoria e altrettanto in saletta risveglio prima del rientro in reparto dove ad attenderla c’era la madre.

Risvegliata normalmente

L’infermiera appena operata, in sala risveglio, presentava valori del tutto nella norma, sempre come riportato dalla cartella clinica, e, seppur intorpidita dalla doppia anestesia praticatale, rispondeva alle colleghe e aveva addirittura fatto una telefonata.
Una volta salita in reparto aveva salutato la madre, scambiato con lei poche parole prima di lamentarsi per il freddo. In breve tempo le sue condizioni sono precipitate ed è andata in arresto cardiaco. Soccorso, è stata trasferita in Rianimazione, poi ha subito un devastante intervento per ridurre un successivo edema cerebrale e ha passato gli ultimi mesi di vita, in stato vegetativo, in una struttura specializzata. Il decesso era avvenuto 14 mesi dopo l’intervento. Senza mai riprendere conoscenza.

Anestesista indagata

La Procura di Asti aveva aperto un fascicolo sulla morte sospetta dell’infermiera e, dopo una serie di indagini, aveva individuato nell’anestesista la presunta responsabile del peggioramento improvviso delle condizioni di Idda Milagros.
Un’accusa riconfermata anche in aula, ieri, durante le ultime battute del processo che hanno sempre visto presente l’imputata, difesa dall’avvocato Mirate.
Il pm Nacci ha chiesto per lei una condanna a 2 anni e mezzo.

La difesa della donna

Nella sua arringa, l’avvocato Mirate ha ripercorso le deposizioni dei consulenti medici concludendo sul fatto che la cartella medica restituiva un comportamento della dottoressa secondo le linee guida previste nel campo dell’anestesiologia.
«In cartella vi sono tutti i farmaci somministrati alla paziente e in quali dosaggi – ha detto l’avvocato Mirate – La doppia anestesia cui venne sottoposta è pratica assolutamente ordinaria. La paziente, quando è stata riportata in reparto, aveva tutti i valori stabilizzati ed era vigile e cosciente. Non c’era alcun motivo di pensare all’esito drammatico che l’ha colpita dopo, in reparto».
Per la difesa, dunque, non è stato provato che la morte di Idda Milagros fosse stata provocata da un errore dell’anestesista.

100 morti improvvise all’anno

Fra i dati riportati da uno dei consulenti, anche quello delle morti improvvise da arresto cardiaco. Nella sola Asl di Asti se ne contano fra gli 80 e i 100 casi all’anno.
Mentre la famiglia di Idda Milagros è stata già risarcita dall’Asl, in aula era presente come parte civile il convivente dell’infermiera, rappresentato dall’avvocato Ferruccio Rattazzi.

Daniela Peira

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