Caso più unico che raro
Siamo abituati a denunce per stalking fra ex fidanzati o ex coniugi, in qualche caso fra colleghi di lavoro o vicini di casa, ma quello che ieri ha visto una nuova udienza in tribunale ad Asti è una rarità: si tratta della figlia di 40 anni che ha denunciato per stalking i suoi genitori.
Una storia che, alla sofferenza per questo tipo di reato, aggiunge anche lo strazio di sentimenti ed equilibri famigliari improvvisamente saltati.
Una separazione “mal digerita”
E tutto per una ragione di fondo che affonda nel pregiudizio e nell’incapacità di accettare una separazione coniugale.
La donna, insegnante, moglie e madre di due bambini, aveva sempre avuto un rapporto stretto e affettuoso con i suoi genitori. Fino al momento in cui ha deciso di separarsi dal marito per intraprendere una relazione con un collega.
Quello è stato un momento di rottura insanabile.
Da allora è cominciato un lungo e doloroso periodo in cui il peggior nemico della donna è stata la sua famiglia. O meglio, suo padre e sua madre.
Tanti gli episodi che sono stati riferiti dall’insegnante e dal suo compagno, entrambi costituiti parte civile con gli avvocati Arri e Vaccaneo.
Rincorsa per strada
Confermati nelle numerose testimonianze di ieri a partire dalla cugina che ricorda una scena in strada quando l’imputato rincorse la figlia la quale, per sfuggire alla sua furia, si acquattò fra le auto parcheggiate ma non bastò per essere scoperta, strattonata e insultata pesantemente.
Telefonate e video
L’insegnante ha prodotto registrazioni di telefonate e di colloqui con i propri genitori degenerati in offese, insulti e minacce; ha portato anche un video in cui riprende i genitori (difesi nel processo dall’avvocato Francesca Racconci) che si “infilano” nei garage sotterranei del condominio in cui abita approfittando dell’uscita di un inquilino dal cancello automatico.
Appostamenti fuori casa
Quello degli “appostamenti” fuori dalla casa in cui abita è una costante nelle azioni di stalking dei due anziani coniugi. Che hanno anche avvicinato in più occasioni alcune colleghe di lavoro della figlia per informarle della “tresca” con l’altro collega del quale chiedevano sempre notizie. In un’occasione, all’uscita da una riunione scolastica, la figlia era stata bloccata con la sua auto da quella del padre che l’aveva costretta a scendere e l’aveva aggredita davanti ai due nipoti terrorizzati.
I tabulati telefonici hanno registrato una media di una telefonata al giorno per un anno, senza tener conto di tutte quelle (numerosissime) alle quali la figlia non rispondeva per evitare gli insulti.
Per i genitori, infatti, la decisione di separarsi dal marito era inconcepibile, avrebbe “disonorato” la famiglia, facendo cadere su tutti una vergogna inconfessabile.
Violenza verbale e fisica
E alla furia della coppia, soprattutto del padre, non sfuggivano neppure i famigliari che proteggevano e cercavano di confortare la donna. Particolarmente toccante la testimonianza della sorella dell’imputato che ha raccontato di essere stata a sua volta assillata e ossessionata dal fratello per avere notizie su spostamenti e frequentazioni della figlia.
Un bisogno assoluto di controllo sulla vita della figlia con il tentativo di dissuaderla dal lasciare il marito.
Un atteggiamento di violenza verbale e fisica che ha pesantemente provato la figlia, spaventata, dimagrita, sofferente, spesso preda di attacchi di panico e di svenimenti anche sul lavoro.
Una donna terrorizzata ogni volta che squillava il telefono e ogni volta che doveva uscire perchè sapeva di potersi trovare il padre sotto casa pronto ad umiliarla e ad insultarla. Un padre che “pattugliava” con frequenza i luoghi in cui la figlia viveva e lavorava, tanto da averla costretta, insieme al suo compagno, a chiedere trasferimento in altra scuola.