Si è messo a piangere Folletto appena il giudice Giannone ha dettato la sua sentenza: trent’anni di carcere

Si è messo a piangere Folletto appena il giudice Giannone ha dettato la sua sentenza: trent’anni di carcere. Non ergastolo, è vero, ma una pena che gli si avvicina molto, considerando che l’imputato ha 47 anni.

Il Gup ha sostanzialmente accolto l’impianto accusatorio portato dal pm Tarditi, che aveva chiesto l’ergastolo. Un piccolo sconto, quello concesso alla fine a Folletto, che però mantiene intatta l’aggravante della crudeltà, la piena capacità di intendere e di volere dell’uomo durante il massacro, il riconoscimento di un’aggravante ulteriore mai contestata prima, ovvero quella di aver compiuto il grave reato di omicidio per portarne a termine un altro, quello della rapina.

Pesante ma puramente formale anche la condanna al risarcimento danni per le parti civili rappresentate dall’avvocato Pierpaolo Berardi: 250 mila euro per il marito, altrettanti per il figlio, per la figlia e i genitori e 75 mila euro per la sorella, per un conto totale di 1 milione e 325 mila euro. Formale, si diceva, perché Folletto non dispone di un tale patrimonio da soddisfare le richieste. Fra tre mesi arriverà la motivazione. L’avvocato difensore Silvia Merlino ha già annunciato che non attende altro per presentare ricorso. Si batterà per far decadere l’aggravante della crudeltà.

La prima telefonata fatta dall’avvocato Berardi all’uscita dall’aula è stata al marito di Maria Luisa Fassi, Valter Vignale per riferire l’esito della camera di consiglio del Gup. «Riteniamo si tratti di una pena congrua rispetto al delitto compiuto con tanta efferatezza un anno fa – ha commentato l’avvocato Berardi – Nulla potrà restituire Maria Luisa alla sua famiglia, ma questa condanna certamente potrà dare un senso di giustizia a chi si trascinerà il dolore per tutta la vita».

Daniela Peira