Una rete di spaccio “di prossimità”
Non solo la novità di una centrale di spaccio gestita in prima persona da un gruppo di quattro donne, ma anche quella di una profilazione dei loro numerosissimi clienti effettuata dai carabinieri del Radiomobile che hanno portato avanti le lunghe e complesse indagini.
Gli uomini del tenente Iandiorio hanno visitato ore di filmati scaricati dalle telecamere nascoste sia nei pressi delle case in cui vivevano le donne che spacciavano lo spaccio, sia nelle piazze centrali dove avvenivano le cessioni delle dosi. Insieme al voluminoso fascicolo di intercettazioni hanno incrociato telefonate e consegne di cocaina in modo da risalire all’identificazione di almeno 300 acquirenti.
Che, emerge dagli atti, è solo una parte del vorticoso giro di clientela delle quattro donne.
Fotografia del popolo dei consumatori
Presa non solo come maxi operazione di contrasto allo spaccio, ma anche come occasione per aggiornare il “popolo” dei consumatori d stupefacenti cittadini con tanto di numeri e percentuali elaborate dai carabinieri che hanno seguito da vicino il caso.
La maggioranza vive ad Asti
Sugli oltre 300 assuntori monitorati ed identificati, il 75% abita in città (di qui la definizione di spaccio di prossimità) mentre un 22% circa raggiungeva gli spacciatori dai comuni della provincia e solo una minima percentuale residuale arrivava da fuori provincia.
Metà di loro sono giovani
Quasi metà degli assuntori (il 42%) ha un’età fra i 20 e i 30 anni, il 37% fra i 30 e i 40, il 20% fra i 40 e i 50 anni e solo uno sparuto 1% ha un’età vicina ai 60 anni.
Pur essendo il giro gestito da donne, è di uomini la maggioranza di consumatori: l’83% contro il 17% di donne.
I week end allegri dei lavoratori dipendenti
Metà dei clienti delle Drug Queen astigiane sono lavoratori dipendenti con una vita normale scandita dai ritmi più diffusi. Questi si rivolgevano alle regine dello spaccio prevalentemente il venerdì sera per fare rifornimento per un week end di “svago”.
Il crack per i disperati
Un 5% sono lavoratori autonomi, il 15% è rappresentato da studenti mentre il restante 30% è formato dalla fascia più “disperata”, quella dei disoccupati che, a causa della scarsa disponibilità di denaro, accedevano prevalentemente al crack e sono quelli che registrano una forte dipendenza con devastazioni psicofisiche molto marcate.
Tutti segnalati alla Prefettura
I nomi di tutti, nei prossimi giorni, verranno passati alla Prefettura di Asti come assuntori di sostanze stupefacenti. Seguiranno gli esami medici e, in caso di positività al consumo, partiranno le sanzioni come la sospensione della patente.