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pecora sbranata asti
Cronaca

Due pecore sbranate dai lupi alle porte di Asti

Ritrovate ieri mattina in un’azienda agricola di Serra San Domenico. L’appello della proprietaria: «Qualcuno prenda sul serio questi attacchi»

Nella notte dei fuochi

Ancora un caso di animali sbranati dai lupi, di notte, nell’ormai lungo e triste bollettino astigiano che parla di questi attacchi.

E’ accaduto la notte dei fuochi di San Secondo, quella fra lunedì e martedì, in un’azienda agricola a Serra San Domenico, sulla strada che da Torrazzo porta a Villa Badoglio, ancora sotto il territorio del Comune di Asti.

Le pecore di casa usate cocome “tosaerba”

Un’azienda con un vasto appezzamento di terreno dove, oltre ad un’asinella, pascolavano libere due pecore scozzesi Suffolk; animali di grosse dimensioni, tanto che ognuna di esse pesava circa 120 chilogrammi. Una maschio e una femmina che i padroni di casa utilizzavano come “tosaerba” della tenuta ma che, soprattutto, consideravano parte della famiglia.

Individuato unico tratto non elettrificato

L’ampia area è già quasi completamente perimetrata da un recinto elettrificato in grado di tenere fuori animali selvatici e predatori, ma i lupi sono riusciti a trovare l’unico tratto non attraversato dalla corrente elettrica, a pochissimi metri dall’abitazione. Nella notte, senza che i proprietari se ne accorgessero, i lupi sono entrati, abbattendo anche uno spesso paletto in ferro che teneva su il recinto, e hanno dato la caccia sia alle due pecore che all’asinella. Quest’ultima è riuscita a fuggire, ha vagato tutta la notte ed ha fatto ritorno al mattino, spaventata e disorientata.

Uccise con il morso alla gola

Peggio è andata invece per la coppia di Suffolk che sono state uccise con il tipico morso alla gola e poi parzialmente sbranate. Finito il banchetto, i predatori (perchè erano più di uno) se ne sono andati, lasciando lo scempio nel giardino della casa, scoperto al mattino dai proprietari.

A 3 chilometri da piazza San Secondo

«Non avete idea dello strazio che abbiamo provato a vedere quelle due povere bestie ridotte in quel modo – racconta la donna – Ma quello che mi preme di più è far riflettere le autorità sul livello di pericolosità raggiunto dai branchi di lupi. La nostra azienda non è isolata: si trova in mezzo ad altre case, a diverse strade trafficate, siamo a meno di un chilometro dalla tangenziale e a poco più di 3 chilometri da piazza San Secondo. Ecco, nonostante tutto questo “disturbo”, i lupi ci sono entrati in casa e ci hanno sbranato due pecore. E adesso temiamo per la sorte dell’asina».

«Bisogna trovare rimedi»

Ancora molto spaventata dall’accaduto e dalla difficoltà di denunciare l’attacco nella giornata della festa patronale di San Secondo con tanti uffici chiusi, la donna propone che si introducano norme e procedure per bloccare la proliferazione dei branchi, anche arrivando alla reintroduzione degli abbattimenti.

«Se arrivano così vicino alle case e ai centri abitati, aumenta il rischio anche per i tanti animali domestici, come i cani, che possono diventare il loro pasto spinti dalla fame» conclude.

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Una risposta

  1. Ma c’è un referto veterinario che accerti che si tratti effettivamente di lupi? In zona ci sono anche cani randagi che girano…

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