Scoperti dai carabinieri
La tecnologia al servizio di chi ha buoni motivi per non essere fermati ad un posto di blocco di carabinieri, polizia stradale, guardia di finanza, polizia municipale.
I carabinieri della staizone di Mombercelli, infatti, sono riusciti ad individuare (e denunciare) il gruppo di 23 persone che avevano creato un gruppo whataspp “Posti di blocco” in cui venivao segnalate le posizioni delle pattuglie delle forze di polizia presenti sul territorio nell’ambito dei numerosi servizi di controllo.
Oltre 300 i membri del gruppo
E i 23 amministratori del gruppo, in poco tempo avevano già raccolto oltre 300 membri, residenti un po’ in tutta la provincia, e ognuno di loro partecipava attivamente alla chat alimentandola continuamente con la segnalazione delle pattuglie e dei posti di blocco in atto.
Vi entravano solo i “fidati”
Per essere “invitati” a questa chat bisognava conoscere gli amministratori o altri partecipanti accreditati che presentavano i nuovi arrivati i quali doveva, ovviamente, tenere il segreto sul gruppo e contribuire fattivamente all’invio delle segnalazioni.
Il ruolo del “pentito”
Fino a che uno di loro, ragionando sullo sforzo delle forze sul territorio per prevenire furti, rapine e truffe, si è reso conto che il gruppo che segnalava i posti di blocco non faceva altro che favorire la fuga dei malintenzionati e vanificava il lavoro di carabinieri e polizia. Così si è “pentito” e ha informato i carabinieri di Mombercelli dell’esistenza di questo gruppo. Il resto lo hanno fatto i militari identificando il gruppo di amministratori, quasi tutti giovani e denunciandoli per il reato di interruzione di pubblico servizio.