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La Saxo bianca provocò l’incidente di Edo?
Cronaca

La Saxo bianca provocò l’incidente di Edo?

A distanza di due anni e mezzo si è rinnovato in un’aula di tribunale il dolore della famiglia Civitate che nel settembre del 2014 ha perso il figlio, Edo, in un tragico incidente stradale sulla strada per Castell’Alfero

A distanza di due anni e mezzo si è rinnovato in un’aula di tribunale il dolore della famiglia Civitate che nel settembre del 2014 ha perso il figlio, Edo, in un tragico incidente stradale sulla strada per Castell’Alfero. La madre Roberta e il padre Raffaele erano presenti in aula, assistiti dall’avvocato Vinciguerra, in qualità di “parti offese” nel processo contro Carlo Puppione, difeso dagli avvocati Mirate e Ramello, accusato di aver provocato l’incidente in cui perse la vita il ragazzo.

Fra i primi testimoni a deporre davanti al giudice Di Naro, c’è stato l’autista della GTT di Torino che quel giorno faceva servizio di linea verso Asti da Castell’Alfero. L’uomo, residente a Cerrina, ha raccontato come, intorno alle 18,30, si stava dirigendo verso Asti con il pulman vuoto quando da una stradina laterale è sbucata una Citroen Saxo bianca che si è immessa sulla provinciale davanti a lui. Procedeva lentamente e lui ha pensato che, appena in strada, avrebbe accelerato. Invece, sempre secondo il suo racconto, non solo ha mantenuto un’andatura lenta, ma nel giro di un solo centinaio di metri, senza mettere la freccia, ha frenato per svoltare a destra, in un campo. L’autista dell’autobus a quel punto ha “inchiodato” per non travolgerla e subito dopo ha sentito un tonfo e dal finestrino ha visto il corpo del ragazzo in mezzo alla strada.

I testimoni che seguivano hanno confermato che Edo, a bordo della sua moto, seguiva l’autobus e ha frenato quando il mezzo ha inchiodato, ma, nonostante una velocità molto moderata, la moto gli è scivolata di lato e lui è finito nell’altra corsia dove stava sopraggiungendo un altro autobus di linea che lo ha travolto ed ucciso.

Al banco dei testimoni anche una maestra di Castell’Alfero, la prima a sopraggiungere dietro l’autobus investitore, che ha detto sotto giuramento di aver evitato il corpo del ragazzino salvo poi allontanarsi e tornare a casa perchè troppo provata dalla scena cui aveva assistito.

L’udienza è stata rinviata al 5 settembre quando verrà sentito l’autista dell’autobus investitore e poi i consulenti tecnici oltre all’imputato.

Daniela Peira

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