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A sinistra Ilona Zaharieva con alcuni manifestanti
Cronaca

Macedoni in piazza in difesa della “madre patria”

Sabato mattina i macedoni di tutto il mondo si sono uniti ai moti di protesta dei loro connazionali contro le decisioni del Governo

Parigi, New York, Sidney e poi Asti. La nostra città si è unita alle grandi metropoli del mondo nel “fil rouge” della protesta macedone.

Il problema del nome

Sabato mattina, sotto il Palazzo della Prefettura di Asti, i cittadini macedoni provenienti da ogni angolo della provincia e in particolare da Canelli si sono dati appuntamento per protestare, in forma pacifica, per quanto sta avvenendo in patria e contro quello che interpretano come un attentato alla propria identità nazionale. L’intento cioè, ormai ventennale, del governo greco di imporre ai macedoni di non usare il nome “Macedonia”.

Contrari alla legge sul bilinguismo

Parallela a questa querelle internazionale vi è poi la proposta di legge, inserita nell’iter parlamentare del governo macedone, di inserire il bilinguismo riconoscendo la lingua albanese come secondo idioma ufficiale del Paese. «La diaspora macedone vuole farsi portavoce delle rivendicazioni del suo popolo sparso nel mondo, chiedendo alla Comunità Internazionale di essere sentita per mettere fine alle angosce di una stirpe fiera che solo dopo 2 millenni è riuscita a riconquistare la sua libertà» spiega Ilona Zaharieva portavoce della protesta astigiana (e italiana).

Chiesta una vigilanza internazionale

Con al collo la bandiera dal sole nascente e intonando inni nazionali, i macedoni hanno rivendicato l’indipendenza e l’unità della propria patria e chiesto, anche in Italia, che il Governo del Paese ospite possa guardare alla Macedonia «come una sorta di sorella minore, che in questa sua fase adolescenziale ha bisogno della solidarietà e vicinanza anche in funzione del peso che l’Italia ha avuto nella sua storia». In particolare, viene richiesto alle Istituzioni Europee di impegnarsi a far rispettare la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu del 2011 che ha visto riconosciuto il diritto della Repubblica di Macedonia ad utilizzare questo nome per la sua identità così come si chiede alla comunità internazionale di vigilare affinché la lingua macedone (e l’alfabeto cirillico) permanga l’ unica lingua ufficiale del Paese e di vigilare su elezioni parlamentari anticipate che portino alla formazione di un nuovo governo.

La protesta in tutte le grandi metropoli

«Il Governo attuale non ci rappresenta. Riteniamo sia il frutto di corruzione e intimidazioni e chiediamo che venga interrotto l’iter legislativo per il bilinguismo richiesto dalla minoranza albanese» conclude la Zaharieva. Per i macedoni astigiani, molti dei quali in Italia da oltre vent’anni il pericolo, è quello della secessione e di veder “smembrato”il proprio paese d’origine. Oltre ad Asti, la protesta è stata quindi organizzata a Parigi, Melbourne, Sydney, Auckland, Ridgewood, New York, Chicago, Ditroit, Columbus, Toronto, Londra, Ginevra, Berlino, Valletta, Vienna, Ljubljana e, ovviamente, nella capitale macedone Skopje. I macedoni astigiani avevano già protestato per l’identico motivo la scorsa primavera, ma in quell’occasione l’evento si tenne in piazza Cavour a Canelli, cuore della diaspora macedone in Italia. Martedì mattina, una delegazione guidata da Ilona Zaharieva consegnerà al Prefetto di Asti la richiesta di solidarietà al Governo italiano.

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