Cerca
Close this search box.
Non colpevoli i fratelli “patron” della Margherita
Cronaca

Non colpevoli i fratelli “patron” della Margherita

I due sono i titolari del piccolo impero de “La Margherita”, gruppo di società con numerosi punti vendita (nell’Astigiano e fuori provincia) e magazzini operanti nella vendita all’ingrosso e al minuto di materiale da costruzione e lavorazioni edili.

Tornano nella disponibilità dei fratelli Bruno e Rocco Delfiume, i beni immobili e i conti correnti sequestrati per un valore di circa 5 milioni di euro.

I due sono i titolari del piccolo impero de “La Margherita”, gruppo di società con numerosi punti vendita (nell’Astigiano e fuori provincia) e magazzini operanti nella vendita all’ingrosso e al minuto di materiale da costruzione e lavorazioni edili.

Nei giorni scorsi, i due fratelli sono stati assolti in tribunale dall’accusa di frode fiscale che era stata contestata loro al termine di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Asti, la stessa che da tempo operava ad un accertamento tributariio sempre a loro carico.

Sempre per lo stesso accertamento, il loro difensore, l’avvocato Mirate, ha riferito che i due fratelli hanno già vinto tre volte in commissione tributaria contro l’amministrazione finanziaria.

Ai Delfiume la Finanza aveva contestato di aver fatto una serie di atti con i quali i due fratelli si passavano la proprietà di svariati immobili allo scopo di sottrarli ad un eventuale sequestro preventivo temuto dopo l’inizio dell’accertamento.

Erano stati acquisiti assegni e bonifici sui reciproci conti che avevano fatto ipotizzare agli inquirenti si trattassero di finte vendite di alloggi e garage, senza effettivo passaggio di denaro, così come previsto dalla legge per perfezionare le cessioni.

Di qui la richiesta di “preservare” l’ingente patrimonio dei due fratelli con una maxi sequestro che venne notificato a giugno del 2015.

Con la decisione del giudice Di Naro, tutto quanto sequestrato è stato restituito ai due imprenditori.

Una sentenza che non era quella sperata dal pm Laura Deodato, la quale aveva chiesto una condanna a 2 anni.

d.p.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Edizione digitale
Precedente
Successivo