Cerca
Close this search box.
arresti squadra mobile
Cronaca

Sfruttamento della prostituzione ad Asti: quattro albanesi arrestati dalla Squadra mobile

L’indagine della polizia ha preso il via nel 2016 dopo le minacce subite da alcune prostitute

Contrasto alla prostituzione: quattro arresti

Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Sono le accuse in base alle quali nelle prime ore della mattinata di oggi (martedì), su richiesta della Procura di Asti, la Squadra mobile della polizia ha dato esecuzione all’ordine di arresto di quattro persone, tre uomini e una donna, tutti albanesi.

La custodia in carcere è stata disposta per un 29enne e due 33enni; i domiciliari invece per una prostituta di 28 anni. «L’attività investigativa svolta dalla sezione reati contro la persona è nata nel 2016 a seguito delle minacce, anche di morte, ricevute da alcune prostitute e ha consentito di descrivere in modo dettagliato uno spaccato del fenomeno controllato da un nutrito gruppo di persone di origine albanese e che dimorano in città – ha spiegato questa mattina il Capo della Squadra mobile Loris Petrillo nel corso di una conferenza stampa in Questura – Attraverso un’articolata attività di indagine, basata anche su appostamenti e intercettazioni, abbiamo riscontrato come una decina di giovani donne, intorno ai 30 anni di età (una di loro però compiva 18 anni proprio la sera in cui era stata controllata), alcune delle quali legate da vincoli affettivi con gli arrestati ed altre fatte giungere appositamente dall’Albania per essere avviate sul marciapiede, venivano fatte prostituire e controllate in modo capillare attraverso una fitta “rete” sotto il profilo sia della dislocazione territoriale dei singoli posti di prostituzione sia della vigilanza dei “luoghi di lavoro” attraverso vedette che giravano in città per tenere sotto costante osservazione la situazione ed intervenire in caso di necessità».

«Un gruppo violento»

«In alcune circostanze il gruppo indagato aveva posto in essere azioni violente nei confronti di altri albanesi anch’essi dediti alla gestione dell’attività di prostituzione di ragazze nel concentrico astigiano, ai quali i primi erano subentrati, oppure nei confronti di prostitute autonome che avevano occupate “piazze” destinate ad altre ragazze», è stato sottolineato dalla polizia. L’operazione della Squadra mobile, a cui è stato dato il nome di “New generation” proprio per l’ingresso nello scenario astigiano di un nuovo gruppo di “protettori” subentrato a quello precedente, aveva preso il via proprio da dichiarazioni di prostitute “cacciate” attraverso pesanti minacce dalle loro zone di prostituzione per fare spazio alle ragazze controllate dal nuovo gruppo. «Abbiamo notato anche un incremento del numero di prostitute legate al nuovo gruppo subentrato – ha sottolineato il Capo della Mobile – Un gruppo ben organizzato e compatto, che, dopo l’uscita di scena del gruppo contrapposto, capeggiato da persone arrestate in passato dalla Squadra mobile, aveva acquisito il netto predominio in città, controllando tutto il giro di prostituzione e i relativi introiti».

600 euro a serata

Il quadro ricomposto dalla polizia astigiana è davvero desolante. «Le zone in cui si prostituivano le ragazze sono in particolare quelle di corso Savona e corso Alessandria. Una prostituta può fruttare anche 500-600 euro a serata; ma alcune di loro si prostituiscono inoltre in appartamenti privati – ha spiegato il commissario capo Petrillo, con accanto il sovrintendente capo Luca Lamberti e il Capo di Gabinetto Stefano Ceveriati – Le serate in cui il “lavoro” è maggiore sono quelle di inizio settimana, quando mariti, conviventi e fidanzati sono liberi da impegni familiari». Secondo le indagini della polizia la donna interessata dalla misura degli arresti domiciliari «si occupava di istruire le ragazze giunte dall’Albania e le inviava in strada».

Ricercate sei persone

Altre sei persone sono ricercate. «Alcune delle persone non ancora raggiunte sappiamo che si trovano in Albania – ha aggiunto Petrillo – Si spostano frequentemente tra l’Italia e l’Albania, dove trascorrono alcuni periodi per occuparsi di attività nel loro Paese realizzate con il denaro guadagnato in Italia attraverso il controllo della prostituzione. In questo momento ad Asti non c’è contrasto tra i gruppi che controllano la prostituzione e dunque chi si occupa di tale attività illecita può permettersi di restare lontano con una certa tranquillità».

Un ruolo fondamentale nell’indagine è stato svolto dalle donne poliziotto, con le quali le prostitute hanno più facilità ad entrare in confidenza per raccontare aspetti e dinamiche del fenomeno della prostituzione in strada.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Una risposta

  1. A prescindere dai riti voodoo, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali ed ad una certa tarda ora di notte, per non dire di osservare le stesse professioniste con uno smartphone in mano ed anche un’autovettura a disposizione. La risposta a tutto questo è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.

Edizione digitale
Precedente
Successivo