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Cronaca

Un uomo mite e benvoluto
Così ne parlano a Montechiaro

«Una famiglia ben inserita in paese e nelle attività sociali che vengono allestite, persone conosciute come tranquille e di cui non si è mai sentito nulla di particolare». Sono le parole con cui

«Una famiglia ben inserita in paese e nelle attività sociali che vengono allestite, persone conosciute come tranquille e di cui non si è mai sentito nulla di particolare». Sono le parole con cui il sindaco di Montechiaro Paolo Luzi ricorda Francesco Indino, brutalmente ucciso in piazza Campo del Palio nelle prime ore di ieri, giovedì. Da qualche anno Indino e la sua giovane compagna vivevano a Montechiaro; con loro il figlio della coppia e il fratello più grande, entrambi in età scolare. L'abitazione in centro paese, dove i bambini frequentano le scuole, e il martedì, giorno di mercato a Montechiaro, Indino era presente con il banco di frutta e verdura della ditta per la quale lavorava: una famiglia dunque conosciuta e c'è stata sorpresa alla terribile notizia piombata ieri sul paese. Aveva svolto diversi lavoretti precari e da circa un anno faceva l'autotrasportatore per la ditta di ortofrutta di Costigliole. «Avevamo esclusivamente rapporti di lavoro e per quanto mi riguarda era una persona a posto, umanamente non posso dire nulla di male su di lui», ci dice il titolare di Indino, rimasto fortemente provato da quanto si è trovato a vivere. Ieri mattina sarebbe dovuto andare a Moncalvo per il mercato. Lo ha colto invece un epilogo tragico, su cui la Questura ora lavora per fare chiarezza.

m.m.t.

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