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Economia

Agricoltura, qualità ma poca quantità
Vino -20%, cardi e zucchine gelati: -35%

Lunedì mattina a Torino Confagricoltura ha presentato i dati relativi all'annata piemontese. Buona, in media, la qualità. Ma le quantità prodotte sono ridotte, in particolare a causa di condizioni climatiche difficili. Calano vino e ortaggi, questi ultimi per via delle intense gelate dello scorso febbraio. Dal punto di vista economico, preoccupano i costi di produzione sempre più elevati

Può essere giudicata sostanzialmente buona, in termini qualitativi, l’annata agraria appena terminata (che tradizionalmente si chiude il giorno di San Martino, cioè l’11 novembre), con alcune produzioni quantitativamente ridotte, a causa degli eventi climatici, che hanno compromesso il raccolto. Il riferimento è alle gelate tardo invernali, ai nubifragi estivi e alla grandine, che hanno colpito, a macchia di leopardo, diverse zone del Piemonte, nonché alla generale siccità estiva, che ha influito sulle rese. Nello specifico, l’andamento climatico ha fortemente influenzato le produzioni di mais (la cui superficie nell’Astigiano, stando ai dati 2011, era di 11.189 ettari, per una produzione di 730.892 quintali e un valore medio lordo della produzione totale di 18.272.300 euro).

Complessivamente buona la produzione orticola, dove i mesi freddi di inverno e inizio primavera hanno causato un calo pari al 30–35% di cardi e zucchine. Una nicchia di mercato è invece rappresentata dal ritorno alla coltivazione di ortaggi dimenticati, come topinambur e barbabuc. La vendemmia 2012 sarà poi ricordata per un generale calo quantitativo, in media del 20%, compensato tuttavia dalla qualità del prodotto, mentre si attestano su buoni livelli i dati di raccolta e le quotazioni delle nocciole. Buona annata anche per l’allevamento dei conigli, i cui prezzi di vendita si mantengono piuttosto alti. E’ quanto riferisce Confagricoltura Torino, che nello stesso tempo sottolinea la crescente preoccupazione per il quadro economico e normativo, invocando interventi urgenti per non penalizzare il settore.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, infatti, «continuano a pesare sull’agricoltura costi di produzione sempre più elevati, che riducono ulteriormente il margine di guadagno. A livello normativo, poi, le decisioni adottate appesantiscono fortemente la pressione fiscale. Ad esempio, l’aumento delle rendite catastali, con rivalutazioni che arrivano fino al 40% e l’introduzione dell’Imu, che per l’agricoltura ha comportato, la tassazione dei fabbricati a uso abitativo e strumentale, determinano un aumento fino al 400% della tassazione sul settore. A ciò, si aggiungono l’aumento dell’Iva, che ha contribuito a deprimere i consumi, già ridotti a causa della crisi, e la proposta della tassazione a bilancio delle società di capitali.” Per Confagricoltura, “quest’ultimo provvedimento impedisce di crescere e competere con i mercati internazionali».

Non è tutto. «Il disegno di legge – sostiene Confagricoltura – sul consumo di suolo è un segnale positivo di interesse verso le problematiche ambientali, ma con ogni probabilità non passerà entro il termine  della legislatura e, così come formulato, necessita di essere rivisto, per non penalizzare ulteriormente le aziende agricole. Anche l’annunciata vendita dei terreni demaniali, a favore dei giovani imprenditori, si è rivelata, finora, una disposizione mai applicata.” Preoccupazioni infine per lo stato finanziario della Regione  e per le prospettive che si delineano. “La nuova Pac (Politica Agricola Comune), con le difficoltà economico finanziarie di Stato e Regione, rischierebbe di non godere appieno del cofinanziamento nazionale e regionale. Ciò significa che potrebbero ridursi in modo drastico i sostegni per lo sviluppo rurale piemontese».

m.z.

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