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Artom museo industriamoci
Economia

All’istituto Artom il museo laboratorio sulla storia dell’industria astigiana

Inaugurato dal dirigente scolastico Giorgio Marino, è ospitato all’interno di un ex scantinato rimesso a nuovo

Museo laboratorio

Un ex scantinato rimesso a nuovo per ospitare un museo laboratorio sulla storia dell’industria astigiana, tra passato e futuro, denominato “Industriamoci“.
E’ quello che è stato inaugurato venerdì scorso all’istituto tecnico Artom da parte del dirigente scolastico Giorgio Marino, alla presenza del sindaco Maurizio Rasero, di una folta rappresentanza di studenti e di tutti coloro – interni ed esterni alla scuola – che hanno contribuito alla sua realizzazione. Tra questi, in particolare, docenti e alunni dell’istituto Monti; i ragazzi e i docenti dell’Artom che hanno partecipato al progetto; il Rotary club; l’Israt (Istituto per la Storia della Resistenza) e la Fondazione Giovanni Goria.

Il commento del dirigente

«L’idea – ha esordito Marino – era quella di realizzare un museo per ricostruire la storia dello sviluppo industriale astigiano a partire dal passaggio dalla società agricola a quella industriale. Sicuramente non ha una natura di completezza, ma vuole essere un primo passo per la ricostruzione della memoria storica di un territorio, dato che la maggior parte delle aziende che sono state analizzate non ci sono più o sono state caratterizzate da un cambio di proprietà. L’obiettivo è quindi quello di fungere da stimolo per uno sviluppo più complesso: ci piacerebbe, in questa ottica, se in futuro ricerche, tesi di laurea, studi su questo tema potessero confluire nel nostro progetto, dato che ha un sito internet dedicato che potrebbe fare da “contenitore”».

Le finalità didattiche

Il dirigente scolastico ha quindi ricordato l’utilità del progetto dal punto di vista didattico. «Gli studenti – ha sottolineato – hanno potuto comprendere le varie fasi storiche di un territorio che in pochi decenni è passato da un’economia basata essenzialmente sull’agricoltura ad uno sviluppo industriale massiccio, che invece ora sembrerebbe perdersi. Ma attenzione, uso il condizionale perché in realtà esistono aree della nostra provincia ancora ricche da questo punto di vista. Penso, per esempio, al Canellese, dove diverse aziende offrono molte opportunità di occupazione, tanto che hanno difficoltà a reperire il personale necessario».
Ecco, allora, il secondo obiettivo del museo: «Prospettare un futuro per la nostra città dal punto di vista industriale – ha concluso Marino – sulla base della situazione odierna, accomunata fondamentalmente dal riconoscimento di Patrimonio Unesco e delle potenzialità ad esso legate ancora da sviluppare».

L’allestimento

Concetti tradotti anche dal punto di vista dell’allestimento: l’ingresso al museo è dedicato al riconoscimento Unesco, che accompagna dal punto di vista grafico l’intero percorso che si snoda tra sei stand. I primi sono dedicati ad aziende astigiane che hanno avuto un ruolo nella crescita industriale del territorio (Saclà, Way Assauto, Morando, Vetreria, Ibi Mei), l’ultimo è invece dedicato alle tracce lasciate dallo sviluppo industriale al di fuori dei meri aspetti produttivi. Ovvero, al suo interno si racconta l’apporto a livello di socializzazione (si pensi ai circoli ricreativi legati alle aziende, con attività culturali e di tempo libero), sport (sponsorizzazione di squadre anche di alto livello) e pubblicità innovativa.
Il museo è stato allestito per essere messo a disposizione della città. E’ quindi aperto alle scolaresche ma anche ai liberi cittadini interessati al tema, previo appuntamento telefonando all’istituto Artom.

e. f.

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