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Negozi in centro: chiusure (tante) e qualche trasloco
Economia

Negozi in centro: chiusure (tante) e qualche trasloco

Vorticose modifiche alla mappa commerciale del centro cittadino che modificano anche le abitudini di acquisti e inducono a qualche riflessione sulle scelte di tipo amministrativo e viabile che si possono apportare per limitare le “emorragie” di piccoli negozi

Il mondo del commercio cambia rapidamente come mai era accaduto in passato e spesso si lascia dietro dei pezzi di storia della città o semplicemente affossa speranze e buone intenzioni di chi investe nei dintorni del “salotto buono” del centro storico.

Vorticose modifiche alla mappa commerciale del centro cittadino che modificano anche le abitudini di acquisti e inducono a qualche riflessione sulle scelte di tipo amministrativo e viabile che si possono apportare per limitare le “emorragie” di piccoli negozi.

Va sottolineato che sono tanti i motivi per i quali i negozi chiudono; motivi che non sempre sono imputabili alla crisi e alla insostenibilità economica. Ci sono anche chiusure motivate da pensionamenti dei commercianti, da trasferimenti (nello stesso centro storico o in altre città commercialmente più appetibili), da ristrutturazioni che impongono l’abbandono momentaneo (si spera) dei locali. E poi il fallimento di grandi catene in franchising che hanno anche in Asti dei punti vendita inesorabilmente votati a seguire il destino del marchio indipendentemente dall’andamento del negozio locale.

Il saldo, nel centro storico, è comunque negativo, a favore delle chiusure piuttosto che delle nuove aperture; diverso il discorso delle aperture se si sposta la zona di osservazione verso la periferia est.

Da questo numero inizia una nostra inchiesta per ridisegnare la nuova mappa commerciale nei luoghi di maggiore concentrazione dei negozi.

E invitiamo i nostri lettori, attenti alla vita della città, a segnalarci le chiusure più significative.

 

FODERAMI – Il negozio per sarti rischia la chiusura

E’ una istituzione per le sarte di Asti e provincia, con una lunga e gloriosa storia di forniture per chi del “taglio e cucito” ne fa una professione, un hobby o semplicemente una delle tante occupazioni casalinghe.

Parliamo di Foderami, lo storico negozio di forniture per sartoria che da qualche mese ha messo su un cartello di “Cedesi attività”. A mollare sono le sue due titolari, Francesca Pistore e Angela Bonomo per raggiunti limiti di età e la voglia di andare in pensione e riposarsi dopo una vita dietro il banco.

Ma, finora, nessuno si è fatto avanti per rilevare il grande negozio-magazzino e si avvicina il 31 dicembre, ultimo giorno di lavoro di Francesca e Angela.

Foderami è uno dei negozi più vecchi della città. Fondato dai genitori di Angelo Marchisio, l’uomo cominciò a lavorarvi quando ancora era nella sede di via XX Settembre. Lo gestì per moltissimi anni e Francesca ed Angela, che lavorano in società dal 1980, erano due assidue clienti, essendo sarte ed avendo un atelier in via Don Minzoni, “L’Antro magico”.

Nel 1988 la decisione di rilevare Foderami da Marchisio e, otto anni dopo, il trasloco in via Sella perchè la prima sede del negozio doveva essere sottoposta a completo restauro.

Oggi è rimasto l’unico negozio di questo tipo ad Asti, con assortimenti completi di bottoni, stoffe per fodere, per ricami, nastri, passamaneria, fili, lane, cotoni, attrezzi per il cucito e materiale specifico per le varie tecniche hobbystiche del cucito. «Nonostante il periodo di crisi, questo è un negozio che ha sempre lavorato e continua a garantire un reddito dignitoso a due persone – dicono Francesca e Angela – per questo sarebbe un vero peccato doverlo chiudere. Noi non ce la facciamo più, abbiamo una certa età e qualche problema di salute, ma è un’attività che può ancora rimanere in piedi e, anzi, avere un rilancio se a prenderlo in gestione arrivasse qualche persona giovane che sappia presentare il negozio anche sui social e nel mondo internet. Cosa che noi, con la nostra età, non sappiamo fare».

Ci sono ancora due mesi per evitare che anche questo importante pezzo di storia commerciale abbassi le serrande per sempre.

 

VERESSENZE – Ha preferito Asti ad Alba ma non è stata premiata

Un negozio diverso dalle tradizionali profumerie, con i flaconi “alla spina” grazie ai quali le clienti potevano scegliere, oltre all’essenza, anche il formato in cui portarselo a casa, da piccolo a medio a grande. A prezzi molto lontani da quelli dei profumi blasonati e glamour incontrando i gusti di moltissime donne che si rivolgevano a Veressenze per un profumo quasi su misura.

Dopo tre anni, però, l’esperienza di Veressenze chiude.

Oggi, martedì, sarà l’ultimo giorno di apertura del negozio che si affaccia su piazza Astesano, dalla parte occupata dalle giostrine per i bambini.

Le ragioni di questa chiusura le spiega Germana Costanzo, titolare del punto vendita.

«Con i nostri prezzi così bassi, l’attività non era più sostenibile. Il tipo di prodotto che vendevo, di qualità ma a prezzi contenuti, era redditizio solo su un grande numero di vendite che qui, purtroppo, non ho raggiunto».

E pensare che quella su Asti è stata una scommessa, per la Costanzo.

«Quando ho deciso di aprire il negozio, potevo scegliere fra Asti ed Alba. Io abito da molti anni a Maretto e ho scelto Asti perchè amo questa città e pensavo di arricchirla con questo tipo di prodotto, con una formula nuova nel mondo della profumeria ed accessibile ad un maggior numero di persone. Ma forse ho sbagliato città».

Nulla da recriminare sulla clientela, alla quale la Costanzo è affezionata e che ha salutato con amarezza e sofferenza, ma qualche critica all’amministrazione non se la risparmia: «Non sono io a dover dare consigli, però, da commerciante, vorrei suggerire a chi organizza le manifestazioni di decentrare un po’ gli eventi e le attrazioni, in modo da portare le persone, a volte anche gli stessi astigiani, nelle vie e nelle piazze più piccole e meno battute ma non per questo meno belle e affascinanti».

 

IL SAN CARLO – Lo storico bar San Carlo con le serrande abbassate

Vecchie e nuove chiusure in piazza Astesano e qualche “movimento” commerciale.

Partiamo da quest’ultimo. Alfieri Foto attraversa la strada e cambia la sede da quella centrale di piazza Astesano alla vecchia sede della libreria Caldi. Quest’ultimo locale commerciale, dopo la chiusura della libreria, era rimasto circa due anni vuoto e solo le vetrine erano state animate già dalle esposizioni di Alfieri Foto. Da poche settimane la decisione di spostare tutto il negozio nella nuova sede. Nella precedente sede di Alfieri Foto fervono i lavori di ristrutturazione per ospitare un negozio di abbigliamento.

Le note dolenti arrivano proprio dal lato in cui si è spostato Alfieri Foto: oltre alla chiusura di Veressenze, da due anni non c’è attività nei locali all’angolo con via Pelletta che hanno ospitato, in tempi diversi, alcuni ristoranti (ultimo dei quali La Zucca). Locali vuoti, cucine spente, vetrine spoglie.

Stessa situazione dall’altra parte della strada, dove l’Enoteca Boero, meta obbligata per i turisti alla ricerca di vini del territorio e di eventi di degustazione, ha chiuso i battenti e al posto dell’insegna è comparso un cartello “Affittasi”.

Se dall’ex enoteca Boero si prosegue verso via Cavour, ci si imbatte in un altro negozio vuoto e in un altro cartello “Affittasi locale commerciale”: è quello che ha ospitato per qualche anno un punto vendita di complementi d’arredo a stile prevalentemente provenzale e shabby.

Ma è sull’angolo fra via Repubblica Astese e piazza Statuto che arriva la sorpresa più grande: le serrande abbassate di uno dei bar più antichi della città, il San Carlo. Dai primi di ottobre è chiuso e non ci sono avvisi che diano date di riapertura, per ora. Mentre tutti sperano nel rilancio del San Carlo, ricordando i fasti degli anni in cui era il punto di ritrovo dei più importanti commercianti di tartufi di mezzo Piemonte, basta girare la testa di 180 gradi per scoprire che ha chiuso anche la camiceria sullo stesso angolo.

 

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