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Waya, produzione fermalicenziati i dipendenti
Economia

Waya, produzione ferma
licenziati i dipendenti

Vento di licenziamenti alla “Way Assauto”. Nei giorni scorsi sono infatti partite le lettere per i circa 150 lavoratori della fabbrica di via Antica Cittadella, acquisita nel marzo 2011 dal cinese

Vento di licenziamenti alla “Way Assauto”. Nei giorni scorsi sono infatti partite le lettere per i circa 150 lavoratori della fabbrica di via Antica Cittadella, acquisita nel marzo 2011 dal cinese “Cijan group”.
Ad oggi, infatti, la legge non consente di accedere ad ammortizzatori sociali – di cui i lavoratori godono dal 2006 – per cui l’azienda ha proceduto a spedire le lettere di licenziamento. Dal 22 giugno, quindi, ovvero dal giorno successivo alla fine della cassa integrazione in deroga, è in programma la mobilità, che ha tempistiche diverse a seconda dell’età: un anno per i lavoratori sotto i 40 anni di età, due per chi è tra i 40 e i 49 anni, tre per chi ha dai 50 anni in su. L’assegno iniziale, relativo al primo anno, è di 780 euro, e scende poi a 690 euro successivamente.

Nel frattempo la produzione “sotto la bandiera cinese” è in una sorta di limbo. Come emerso nella riunione di fine marzo in Municipio, infatti, gli impianti, rimessi in funzione, hanno prodotto alcune centinaia di pezzi impiegati come campionature da presentare ai potenziali clienti. L’azienda sta infatti portando avanti una campagna di marketing ed è in attesa dell’acquisizione della certificazione europea indispensabile per l’avvio della produzione a regime, che comunque sarà condizionata dalle difficili condizioni del mercato. A livello di produzione, poi, sono stati chiamati a lavorare alcuni dipendenti già nei mesi scorsi, ma la quota è rimasta ferma a circa 25 persone.

«Come è sotto gli occhi di tutti – commenta Marta Parodi, assessore comunale alle Attività produttive – le tempistiche di riavvio della produzione comunicate nei mesi scorsi sono state disattese. Certo, capisco le difficoltà a penetrare in un mercato, quello europeo, così diverso da quello cinese e attualmente in forte crisi. Ma la realtà per la nostra città non cambia. Quindi, come Amministrazione comunale incontreremo l’azienda per sapere cosa è successo, ma la nostra attenzione sarà concentrata sui lavoratori. Per questo, in accordo con i sindacati, abbiamo intenzione di ottimizzare al meglio le politiche del lavoro attive in sinergia con il Centro per l’impiego provinciale. Tradotto in parole semplici, vogliamo organizzare corsi di riqualificazione per i lavoratori in mobilità che siano adeguati alle esigenze del mercato locale e siano immediatamente spendibili, come più volte richiesto dalle organizzazioni sindacali».

Sindacati che, comunque, si riservano di effettuare un ulteriore passaggio in Regione. «Per scrupolo – afferma Salvatore Pafundi (Fim Cisl) – verificheremo se ci fosse ancora una possibilità di accedere ad una qualche forma di ammortizzatore sociale, anche se sappiamo che sarà difficile. Per questo sulla lettera è specificato che il licenziamento non sarà attuato se emergesse questa opportunità».

Elisa Ferrando

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