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Romanelli il trifulau: era facile da prevedere
Cultura e Spettacoli

Romanelli il trifulau: era facile da prevedere

Sandrino Romanelli nel mondo dei tartufi lo conoscono tutti ed è certamente in grado di interpretare il sentire dei trifolao e dei commercianti che, nelle scorse settimane, hanno clamorosamente

Sandrino Romanelli nel mondo dei tartufi lo conoscono tutti ed è certamente in grado di interpretare il sentire dei trifolao e dei commercianti che, nelle scorse settimane, hanno clamorosamente disertato le Fiere del tartufo della provincia di Asti, le stesse che negli scorsi anni sembravano in grado di rappresentare una riscossa del nostro territorio nei confronti della preponderanza albese. E’ inutile sottolineare che nel pieno della stagione del tartufo una mancanza di prodotto quasi totale rappresenta un gravissimo danno di immagine nei confronti dei forestieri che da tutta Europa arrivano a cercare questo pregiatissimo frutto dell’autunno.

A Sandrino chiediamo da che cosa nasca questa sparizione dei trifolao e dei commercianti dalle piazze astigiane.
Era una cosa facile da prevedersi, dopo le multe e le confische di tartufi fatte dalla Forestale nella Fiera dello scorso anno, peraltro, secondo me, senza motivi tali da giustificare le sanzioni che sono state comminate: 1700 euro di multa e la confisca del prodotto perché manca un cartellino con la scritta “Tartufo d’Asti” sono una sanzione spropositata. Inoltre le confische di prodotto sono state fatte in modo disomogeneo e non si capisce perché. Infine, per quanto mi riguarda, sebbene io avessi il diritto di concorrere all’asta per i tartufi sequestrati, non solo non sono stato informato, nonostante diverse mie telefonate, ma non ho mai potuto sapere chi li ha acquistati, né a quanto sono stati venduti, benché abbia presentato formale richiesta.

Queste, però, sono vicende personali, mentre la scomparsa dei tartufi è un fatto collettivo.
Non è proprio così, perché diversi altri operatori del settore hanno vissuto esperienze come la mia: quello che disturba tutti non è il controllo sul mercato, che è giusto ed utile, perché elimina tutti quelli che non sono in regola. Non si può accettare invece la volontà di imporre sanzioni ad ogni costo, sovente andando contro il buon senso.

In sintesi, la sparizione dei tartufi sarebbe una protesta contro i controlli della Forestale?
Per anni i commercianti di tartufi in regola con la partita IVA, che nell’Astigiano sono cinque o sei, sono stati implorati dai sindaci di partecipare alle Fiere, perché senza il prodotto che loro possono conferire c’è poco da mostrare. Abbiamo sempre accettato l’invito per promuovere il nostro territorio, perché ogni euro di tartufo venduto ne porta almeno 25. Non contestiamo che si debbano emettere fatture o scontrini e neanche le norme di legge: quello che non accettiamo è che ogni scusa sia buona per multarci. E’ giusto pagare le tasse, ma abbiamo anche il diritto di lavorare senza sentirci continuamente sotto tiro.

A parte il fatto che non si vedano in piazza, i tartufi ci sono o no? Inoltre, non si rischia così di alimentare il commercio in nero?
Quest’anno c’è stata una grossa siccità e la quantità è calata, ma i tartufi ci sono e i trifolao da qualche parte li vendono.

Dopo l’intervista Romanelli è andato in comune e ha disdetto la licenza del chiosco di piazza Campo del Palio.

Renato Romagnoli

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