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Cultura e Spettacoli

Vinissage, è il momento dei vini bio
e di tanti “fuori salone” originali

Dalla Biennale di Venezia ad Asti. Questo il percorso che hanno fatto gli ombrelli che in questi giorni spopolano sui social network e stanno colorando alcune vie del centro storico. Una delle

Dalla Biennale di Venezia ad Asti. Questo il percorso che hanno fatto gli ombrelli che in questi giorni spopolano sui social network e stanno colorando alcune vie del centro storico. Una delle iniziative di sicuro impatto frutto della collaborazione tra Vinissage e Apertura temporanea. «Quello che tiene viva una città durante una manifestazione – ha esordito l’assessore al turismo Andrea Cerrato – sono i “Fuori Salone” e con Vinissage inizia un percorso che porterà il Comune di Asti ad essere protagonista all’EXPO2015».

Dove il bio sarà uno dei fili conduttori dell’esposizione mondiale. Asti con la mostra mercato dedicata a vini biologici e biodinamici intende far le cose seriamente con una proposta stabile nel catalogo di agenzie di viaggio e tour operator. E un occhio attento alle iniziative benefiche tra cui spicca “Un tappo per Cascina Graziella” organizzato con la collaborazione di Libera e della Vignaioli Piemontesi. «Un bel progetto – ha spiegato Maurizio Gily direttore di Millevigne – dare una seconda vita al sughero con finalità di riscatto sociale è meraviglioso».

La manifestazione prevista dal 24 al 26 maggio vede ai nastri di partenza oltre ottanta produttori provenienti da tutta Italia e circa trecento etichette in degustazione. «Ben cento oltre più di Vinum» ha fatto osservare orgogliosamente Cerrato. Di grande impatto anche la nuova sede nel cuore della città. Le cantine del Palazzo Gazelli che per gli astigiani «hanno ancora il profumo del mosto» come ha ricordato Mariastella Manfredi dell’Associazione Creative e dove «sono stati ritrovati – ha annunciato il dottor Currado – i diari del cantiniere del 1700». E se piove tra le vie della città, almeno per maggio, ci saran come cantavan Cochi e Renato «gli umbrela a pararci la testa».

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