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Atzeni: «A Don Bosco per l’obiettivo massimo»
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Atzeni: «A Don Bosco per l’obiettivo massimo»

Il fantino in gialloblu dopo sei anni a Nizza: «Un solo Traguardo: vincere!»

Lo scorso settembre Giovanni Atzeni ha lasciato per la terza volta la sua impronta sul nostro Palio. Il trionfo 2016 ottenuto col giubbetto di Nizza è andato ad aggiungersi a quelli del 2003 (Santa Caterina) e 2007 (San Secondo).

Vincere e poi lasciarsi: nel 2017 infatti Tittìa correrà per il Borgo Don Bosco, interrompendo il lungo rapporto con Nizza.

«Ho trascorso sei anni splendidi in giallorosso, instaurando un magnifico rapporto con i ragazzi e soprattutto con il Rettore Pier Paolo Verri. Debuttai a Nizza nel 2005 qualificandomi per la finale, che però non riuscii a disputare per una lieve zoppìa al cavallo. Poi, dopo cinque anni a San Secondo dove vinsi nel 2007, nel 2011 sono tornato in giallorosso, stringendo un patto con Pier Paolo (Verri, n.d.r.): finchè non si vince non ci si separa. Ci sono voluti sei anni, ma alla fine abbiamo centrato l’obiettivo.»

 Sei anni importanti, con in mezzo anche qualche delusione…

«Io prediligo i rapporti lunghi quando trovo l’accordo con una dirigenza, sia essa di un Borgo, un Rione, un Comune oppure fuori Asti di una Contrada. La vittoria conseguita a Nizza è stata difficile, sofferta… A mio modo di vedere vale doppio. Ho provato una gioia immensa nel conseguirla. Ora per il sottoscritto si apre una pagina nuova, sulla quale spero di scrivere parole significative. L’amicizia con Verri però resta immutata. Ci siamo lasciati da amici e non escludo tra qualche anno di poter tornare in giallorosso.» 

Guardiamo al futuro: hai scelto Don Bosco per quale motivo?

«Avevo già avuto modo di conoscere ed apprezzare Marco Scassa, una persona in gamba che mi ha subito fatto un’ottima impressione. Quello gialloblu è un Borgo ambizioso, che non vince da tanti anni. I loro sogni sono i miei: puntare in alto, al traguardo massimo. Obiettivo non facile da raggiungere, ma lavorando con calma e impegno ce la faremo. C’è grande entusiasmo e voglia di fare: due aspetti fondamentali.»

Che cosa pensi Giovanni della situazione che è venuta a crearsi, nel nostro e in altri Palii riguardo alla possibilità che i purosangue vengano rimpiazzati dai mezzosangue?

«E’ fondamentale che al più presto si arrivi ad una decisione, possibilmente definitiva. I Palii vanno preparati per tempo, senza improvvisazioni. Io in scuderia ho degli ottimi purosangue, ma qualora si andasse verso i “mezzi” credo di essere altrettanto ben attrezzato. Per tradizione Asti è però un Palio di purosangue, così come Legnano. Se questi cavalli non dovessero più essere utilizzati, credo che in tutte le scuderie il numero dei purosangue per le corse in provincia calerebbe, e di molto.»

Hai parlato di Legnano: dopo la delusione dell’anno passato ci tornerai con chiare ambizioni di vittoria: E con un grande cavallo…

«Si, non è un mistero che a Legnano, dove è più che mai saldo il mio rapporto con Legnarello, correrò con il cavallo di Valter Pusceddu che nel 2015 ha trionfato ad Asti per San Paolo e che quest’anno ha centrato tutta una serie di vittorie prestigiose. Chiaro pertanto l’intendimento mio e della Contrada giallorossa.»

Altri Palii: Fucecchio? Siena? Su quella pista ti esalti, riesci a compiere imprese memorabili. E’ la tua Piazza…

«Le tue parole mi fanno immensamente piacere. In Piazza del Campo riesco a dare il meglio. Inoltre spesso la fortuna mi hai aiutato.»

Beh, insomma. Più che fortuna io la chiamerei bravura…

«Troppo buono.»

Per chiudere ti rivolgo la stessa domanda che ho fatto a Marco Scassa, il tuo nuovo Rettore. E’ vincolante per te portare al canapo un esemplare della tua scuderia?

«Ti rispondo che per il sottoscritto è fondamentale portare al Palio un cavallo vincente. Con la dirigenza di Don Bosco ci guarderemo intorno nel corso dell’anno ed opereremo la scelta migliore. Potrà essere un cavallo mio oppure no: l’importante è che arrivi davanti a tutti gli altri.»

 Massimo Elia

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