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Calvaccio: "Devo molto a San Magno.
Nella "Provaccia" voglio fare bene"

Nemo propheta in patria (sua): la locuzione latina sta a significare che nessuno è profeta nella propria patria. Meglio ancora: nessuno è apprezzato nella sua patria per quanto realmente vale.

Nemo propheta in patria (sua): la locuzione latina sta a significare che nessuno è profeta nella propria patria. Meglio ancora: nessuno è apprezzato nella sua patria per quanto realmente vale. E' quanto sta succedendo ai numerosi fantini astigiani (o di scuola astigiana), costretti ad andare cercare fortuna altrove. Ne citiamo alcuni, in rigoroso ordine alfabetico: Federico Arri, Martin Ballesteros, Claudio Bandini, Donato Calvaccio, Giacomo Lo Manto… Chiedendo venia per le inevitabili dimenticanze.

Quattro di questi hanno corso nel 2013 in piazza Alfieri: Arri per Castell'Alfero, Ballesteros con la casacca di Baldichieri, Bandini per San Lazzaro e Calvaccio col giubbetto di Montechiaro. Nessuno di loro è stato riconfermato. Situazioni e scelte diverse hanno portato i quattro Comitati appena menzionati ad operare scelte diverse. A Castell'Alfero è arrivato Enrico Bruschelli, Baldichieri ha rivolto le proprie attenzioni su Antonio Villella, San Lazzaro ha convinto Giuseppe Zedde a riprovarci dopo il trionfo in gialloverde del 2008 e Montechiaro ha optato per Gianluca Mureddu.

Donato Calvaccio, l'anno passato in biancoceleste, l'ha presa con filosofia:
«Con Montechiaro ho conservato buoni rapporti. L'anno passato non ho centrato l'obiettivo della finale e il mancato risultato ha probabilmente indotto la dirigenza a scegliere un'altra strada. Ci avrei riprovato volentieri. Magari ricapiterà l'occasione. Chissà».
Qualche altro Comitato astigiano ti ha cercato?
«Qualche "abboccamento" con un Rione l'ho avuto, ma ci siamo fermati alle parole. Nulla di definito, nessuna garanzia precisa. Semplicemente mi è stato detto che la mia era una candidatura che avrebbero tenuto presente. Nient'altro»

Adesso la tua attenzione è tutta concentrata su Legnano…
«Si, lì godo di buona considerazione e tutte le volte che corro da quelle parti ottengo buoni risultati. La riprova viene dal fatto che fin dall'anno passato ho raggiunto l'accordo con la Contrada di San Magno per disputare la "Provaccia"».
Ti alleni quotidianamente con più purosangue e so per certo che riguardo ai cavalli hai soltanto l'imbarazzo della scelta…
«Dispongo di buoni esemplari, è vero. Con la Contrada faremo delle valutazioni ed opereremo la scelta che riterremo più opportuna. Ci tengo a far bene, voglio ripagare la dirigenza di San Magno della fiducia accordatami».

Allo stadio, nella riunione organizzata dal Collegio dei Rettori, hai ottenuto un discreto piazzamento…
«Ho disputato soltanto una corsa secca, montando un cavallo di Stocco. Discreto l'avvio, poi mi sono fatto infilare da Piccinnu e Bandini e sono arretrato in quarta posizione. Nel finale ho rimontato qualcosa piazzandomi terzo. Raramente mi è capitato quest'anno nelle corse a cui ho preso parte di restare fuori dal podio».

Hai disputato buone corse, ma l'ingaggio ad Asti non è arrivato…
«La speranza è l'ultima a morire. D'altronde non sono il solo ad Asti a non avere un Borgo o Rione disposto affidarsi a me. Da noi sono già arrivati e arriveranno fantini toscani, più o meno giovani, ai quali le monte astigiane non hanno nulla da invidiare. Se penso che è ancora a piedi uno del calibro di Martin Ballesteros, uno che a cavallo sembra esserci nato, mi faccio delle domande».
E' notizia di un paio di giorni fa l'avvicendamento nella Contrada di San Martino per la "Provaccia" di Claudio Bandini con Federico Arri…
«Sia Claudio che Federico sono due amici. Vivono per certi versi la mia situazione: godono considerazione limitata ad Asti e buone credenziali invece a Legnano. Bandini in particolare è un fantino molto esperto, con alle spalle una carriera di tutto rispetto».

Le tue parole lasciano trasparire una certa amarezza, forse perchè speravi fortemente di correre nella tua città..
«Mi dispiace molto, inutile negarlo. Ad Asti si corre in ventuno ed io credevo proprio di meritarlo un posto. Non mi reputo inferiore ad alcuni dei fantini che da noi hanno trovato ingaggio. Basterebbe arrivare da Siena e tutto sarebbe più facile».

Fin qui Donato Calvaccio. A Legnano, nella serata di venerdì 30 maggio, avrà quali avversari nella "Provaccia" oltre al già menzionato Federico Arri a San Martino, Simone Mereu (Legnarello), reduce dalla splendida impresa di Fucecchio; Giuseppe Angioi, che difenderà i colori di San Bernardino; Carlo Sanna, che monterà per Sant'Erasmo e Alessandro Colombati, ingaggiato da Sant'Ambrogio. Novità assoluta, San Domenico ha rivolto le proprie attenzioni e dato fiducia al giovane Elias Mannucci. Unica Contrada a non aver ancora ufficializzato la monta per la "Provaccia" è La Flora, che era stata l'ultima anche ad ufficializzare il fantino (scelta poi caduta su Antonio Siri, detto Amsicora) per il Palio del primo giugno.

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