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La morale delle favole
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La morale delle favole

La morale delle favole

Quando eravamo piccoli ci raccontavano che C’era una volta una principessa in un castello. Bellissima, dal futuro incerto a causa di un sortilegio

Quando eravamo piccoli ci raccontavano che C’era una volta una principessa in un castello. Bellissima, dal futuro incerto a causa di un sortilegio.

Ahimè da qualche parte c’era anche una strega. Cattivissima ed accecata dall’invidia.

Fortunatamente un bel principe sul suo destriero sarebbe accorso in aiuto della sua futura sposa, ripristinando gli equilbri iniziali.

Ed alla fine ..tutti vissero felici e contenti.

Le fiabe ci hanno accompagnati e sempre hanno accompagnato ed accompagneranno generazioni di piccoli che, dopo la lettura paziente di una madre, di un padre si sentiranno dire;” qual è la morale?”.

Nelle favole la morale c’è sempre e per quanto gli schemi ed i personaggi delle fiabe stesse seguano i cambiamenti e si modifichino nel tempo, alla fine un insegnamento c’è, per piccolo o semplice che sia.

La principessa è diventata orchessa, il principe orco, la strega una fata invidiosa, il destriero un ciuchino.

Poi si è passati ad un mammauth solitario, ad un pesce smemorato per arrivare au una ragazzina scelta dall’Oceano per salvare la Natura..

Ma  a questo punto della Storia, della nostra Storia, la morale dov’è?

E’ forse in una serie televisiva che parla delle atrocità della mafia?

E’ forse nei vari shows dove il contadino cerca moglie o ci si sposa per finta?

O meglio nei relalitys fatti su di un’isola deserta?

Sono certa che chi ha inventato il format dell’esploratore che sopravvive grazie alla sua urina, da una qualche parte della sua anima abbia anche lui una morale, ma valida solo per se stesso.

In questo Mondo bipolare fatto di opposti che si combattono e dove tutto si può dire e fare togliendo quindi significato alla parola ed alla azione stessa, come decifrare la morale?

E soprattutto se l’Umanità non ha più freni come possiamo  alzare una mano e dire :”Io non ci sto!”… si rischia l’esclusione e l’isolamento, si passa per i fessi.

Un giorno è fast food, un giorno è slow food, , un giorno abbiamo le porte aperto alla GDO, ora cerchiamo di sostenere le botteghe locali…però poi nasce FICO a Bologna… non bastava Eataly?

Si parla di insegnare ai giovani la tecnologia robotica quando con fatica si trova un accordo sul REI… e quando ancora le donne-casalinghe sono considerate dall’ISTAT inattive e si potrebbero scrivere fiumi di parole che dimostrerebbero solo che viviamo un’epoca inquietante.

Ora che siamo vicini al Santo Natale forse ci dovremmo scusare tutti gli uni con gli altri, figli con i genitori, genitori con i figli, mariti con mogli, mogli con mariti, tutti quanti abbiamo da chiedere scusa sicuramente ad almeno una persona, non aspettando che qualc’un altro lo faccia per noi e nella speranza che questa epoca non ci consideri, per tal gesto, dei perdenti.

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