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240 km di pista ciclabile nelle terre Unesco?
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240 km di pista ciclabile nelle terre Unesco?

L’obiettivo è quello di favorire un processo di integrazione della rete locale esistente con un percorso ciclabile principale che si colleghi, a sua volta, con la rete ciclabile regionale, in cui rientrano le ciclovie nazionali e transnazionali Vento ed Eurovelo

Collegare i paesaggi di Langhe, Roero e Monferrato attraverso la passione per la bicicletta, con quattro percorsi ciclo-turistici da 240 km. Questo è lo scopo dello studio di fattibilità presentato lunedì sera da Marco Gabusi, Presidente della Provincia di Asti alla stampa e ai sindaci dei territori interessati. Un progetto, ancora in fase preliminare, che prevede di creare quattro percorsi che attraversino le terre dell’Unesco e in grado di concorrere con le altre grandi “autostrade” ciclabili d’Europa.

«L’obiettivo è quello di favorire un processo di integrazione della rete locale esistente con un percorso ciclabile principale che si colleghi, a sua volta, con la rete ciclabile regionale, in cui rientrano le ciclovie nazionali e transnazionali Vento ed Eurovelo – ha spiegato il Presidente della Provincia Marco Gabusi – Con il raggiungimento di tale obiettivo sarà possibile creare un prodotto turistico integrato legato al cicloturismo e al cicloescursionismo che permetta di ampliare e arricchire l’ offerta turistica dell’area Unesco e di incrementare l’aumento dei flussi turistici sul territorio piemontese».

Per raggiungere questo fine, la Provincia di Asti ha attivato un Protocollo d’intesa con 38 comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo.

L’associazione temporanea di professionisti Icardi & Ponzo Associati, Studio Associato Leving e ing. Gloria Benussi di Rocchetta Tanaro, su incarico della Provincia, hanno quindi individuato una rete di percorsi ciclabili che collegherà, una volta messi a regime, i territori astigiani con le aree delle Langhe e del Roero e quelle dell’Alto e del Basso Monferrato, snodandosi lungo le direttrici principali Castagnito-Castelnuovo Belbo, Alba-Asti, Asti-Casale Monferrato e Asti-Alessandria.

Tra le varie ipotesi di investimento si è così scelto un progetto da 21 milioni 840 mila euro che consentirà di realizzare un percorso di 244,16 km sfruttando le strade comunali meno trafficate, quelle bianche ed interpoderali e i sentieri. Una scelta dettata anche dalla necessità di prestare attenzione al portafoglio e che ha fatto scartare una prima opzione di investimento che prevedeva lo stanziamento di 87 milioni di euro per la costruzione ex novo di una vera e propria pista ciclabile parallela alle strade già esistenti lungo un percorso di 213,86 km.

«Questo per noi è solo il punto di partenza – ha aggiunto il Presidente Gabusi – con in mano questo studio di fattibilità siamo pronti a presentarci in Regione Piemonte per chiedere finanziamenti. Inoltre, monitoreremo l’uscita di bandi ministeriali ed europei che ci consentano di reperire ulteriori fondi.

Queste deve però essere un progetto di territorio, in cui siano gli stessi comuni gli attori protagonisti». Lo studio di fattibilità ha poi preso in considerazione le opportunità di sviluppo dei percorsi ciclabili. I ricavi diretti sarebbero pari allo zero perché l’utilizzo da parte degli utenti della rete cicloescursionistica sarebbe completamente gratuito.

I veri vantaggi arriverebbero dai ricavi indiretti grazie all’indotto turistico connesso all’utilizzo dei percorsi da parte di cicloturisti che si sposterebbero lungo il territorio. In Italia, al momento esistono esistono solo tre grandi itinerari internazionali per gli amanti delle due ruote. La prima è l’”Itinerario del Mediterraneo”, che dalla Spagna parte lungo la costa mediterranea per attraversare la Francia e poi la Liguria e per proseguire lungo la Pianura Padana , i paesi dell’ex Jugoslavia fino alla Grecia. Il secondo è il “Percorso del Sole” che parte dal freddo nord della Scandinavia per scendere lungo l’Europa continentale attraverso la Germania, Repubblica Ceca, Austria e poi l’Italia fino a Roma e poi in Sicilia. Il terzo è la “Via Romea Francigena” che da Londra sbarca in continente per passare a Bruxelles, attraversare poi la Francia, la Svizzera e l’Italia per infine giungere la Puglia. L’ambizione dei quattro nuovi percorsi dei “Paesaggi Unesco” è dunque quella di collegarsi alle grandi arterie ciclistiche internazionali. 

Lucia Pignari

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