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Attualità

La crisi delle famiglie
colpisce anche in bocca

Parla Davis Cussotto, presidente dell'Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) di Asti. Di fronte alla crisi prende sempre più piede il fenomeno del turismo odontoiatrico, quello in cui si prende un treno o un aereo, ci si sposta verso Paesi dell’Est che offrono alcune cure a prezzi “stracciati” rispetto alla media degli studi italiani, ci si ferma uno o due giorni e si torna con il lavoro fatto. Ma non è tutto oro quel che luccica…

La crisi morde forte ma a mordere di meno sono tanti cittadini che non riescono a far fronte a cure odontoiatriche appropriate e durature. E’ ormai acclarato, infatti, che fra le prime spese sanitarie tagliate dalle famiglie vi siano proprio quelle per le cure dei denti che, a loro volta, quando trascurate, peggiorano ulteriormente e velocemente lo stato di salute in bocca.
E così prende sempre più piede il fenomeno del turismo odontoiatrico, quello in cui si prende un treno o un aereo, ci si sposta verso Paesi dell’Est che offrono alcune cure a prezzi “stracciati” rispetto alla media degli studi italiani, ci si ferma uno o due giorni e si torna con il lavoro fatto.

E’ una soluzione economica e logistica percorribile per risparmiare? «Premettendo che non posso escludere che abbiano raggiunto livelli di igiene, qualità e professionalità pari ai nostri – risponde il dottor Davis Cussotto, presidente dell’Andi di Asti (Associazione nazionale dentisti italiani) – va anche sottolineato che sui loro preventivi pesano costi del lavoro molto più bassi che i nostri e anche una tassazione molto inferiore a quella italiana». Sul merito qualche controindicazione importante è già venuta fuori. «Mi è successo spesso di dover intervenire su qualche “disastro” fatto in studi croati o romeni – risponde Cussotto – e in qualche caso non sono stato in grado, né io né altri colleghi, di poter rimediare perché vi è una tale varietà di materiali, impianti, metodologie, componentistica nel settore odontoiatrico, che non è detto si abbiano gli strumenti e le istruzioni per intervenire. Inoltre si tratta di cure di tipo medico che si protraggono nel tempo e devono essere seguite costantemente, cosa impossibile se il dentista è a migliaia di chilometri di distanza dal paziente».

E allora? Se all’estero alla fine non conviene andare e le tariffe medie dei dentisti italiani sono inaccessibili per una famiglia in crisi, che si fa? Ci si tiene la bocca malata?
«E’ praticabile una terza soluzione – spiega ancora Cussotto – ed è l’odontoiatria sociale, il frutto di un accordo fra i dentisti e il Ministero della Salute per offrire 5 prestazioni odontoiatriche a prezzi calmierati (Leggi i dentisti astigiani che vi aderisconondr)». Possono accedere al servizio i cittadini con Isee non superiore ad 8 mila euro, gli esenti da ticket sanitari con indice Isee non superiore a 10 mila euro, e tutte le donne in gravidanza ma solo per una visita, l’ablazione del tartaro e l’insegnamento dell’igiene orale.

Queste le prestazioni previste dall’accordo: visita, detartrase e nozioni di igiene orale a 80 euro, sigillatura dei solchi dei molari e premolari 25 euro a dente, estrazione dei denti a 60 euro, protesi parziale con ganci a filo 550 euro per arcata e protesi totale in resina a 800 euro per arcata. Soprattutto per quanto riguarda le protesi, i prezzi praticati sono molto vantaggiosi rispetto ai tariffari nomalmente praticati. Purtroppo è un servizio poco pubblicizzato mentre servirebbe una maggiore divulgazione soprattutto in sede di patronati, gli enti che più di ogni altro hanno il polso della situazione reddituale di cittadini e famiglie.

Sempre a sostegno della salute dentale ogni anno si organizza l’Oral Cancer Day per visite e consigli gratuiti. E si registra un ridimensionamento, non generalizzato e non sempre ammesso apertamente, dei tariffari dei dentisti che agli inizi di ottobre si sono ritrovati ad Asti proprio per parlare di nuove gestioni economiche degli studi e un nuovo “marketing” della loro professionalità.
«Quello che è molto strano –commenta ancora Cussotto – è che per le altre terapie chirurgiche i pazienti scelgano in base a professionalità e fiducia mentre per  l’odontoiatria sembra che l’unico criterio sia quello economico».
I dentisti riuniti ad Asti hanno invece confermato che la qualità clinica della prestazione rimanga alla base di tutto ma che vada affiancata ad una personalizzazione dei pazienti, all’assenza di dolore delle terapie, alle facilitazioni e dilazioni di pagamento.

Daniela Peira

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