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Piscina di Aramengo, ecco i gruppi di lavoro
Attualità

Piscina di Aramengo, ecco i gruppi di lavoro

E’ dei giorni scorsi l’annuncio dell’istituzione di quattro gruppi di lavoro che lavoreranno su diversi aspetti del complesso progetto

Dopo tante critiche per la mancata informazione preventiva del progetto di piscina con annessa centrale a cogenerazione pirolitica mossa all’amministrazione comunale di Aramengo, ora il sindaco, il vice, giunta e consiglio corrono ai ripari e tentano un percorso di democrazia partecipata.

E’ di mercoledì l’annuncio dell’istituzione di quattro gruppi di lavoro che lavoreranno su diversi aspetti del complesso progetto.

Un “tavolo” sarà quello riguardante la questione urbanistica, paesaggistica ed architettonica. Vi parteciperanno di diritto l’ingegner Villero che ha già lavorato alla stesura della variante riguardante la collina Canuto scelta per la localizzazione del progetto, l’architetto Borello che è anche tecnico comunale e l’architetto Barrera in qualità di esperto “super partes” con un suo gruppo di ricerca.

L’altro gruppo di lavoro analizzerà la questione economica con la verifica della fattibilità sulla base di analisi del mercato, domanda e potenzialità oltre che di ricadute sul territorio; di questo gruppo di lavoro farà parte sicuramente l’architetto Pettene.

E poi il tavolo sull’impianto di cogenerazione a pirolisi, destinato a soddisfare il fabbisogno energetico dell’impanto. Questo è forse il punto più controverso sull’opportunità generale del progetto. Infine la questione naturalistica in cui gli esperti si troveranno a dover analizzare e studiare l’impatto dell’impianto generale sull’intero sistema ambientale e, più in generale su eventuali rischi che riguardino la salute dei cittadini.

Oltre ai professionisti già indicati dall’amministrazione comunale, potranno partecipiare ai gruppi di lavoro degli esperti e dei tecnici competenti delle singole aree tematiche individuate, che vengano incaricati da singoli cittadini o da associazioni interessate al progetto. Ogni team potrà essere composto per metà dagli esperti incaricati dai cittadini e dalle associazioni.

Il sindaco Cristiano Massaia ha annunciato che ad ogni riunione del tavolo seguirà un consiglio comunale durante il quale verranno esposti gli esiti dei singoli ambiti di approfondimento. Al termine di tutto l’iter di definizione del progetto, sarà bandita una manifestazione di pubblico interesse aperta a chiunque voglia realizzare l’investimento.

«All’esito dei vari approfondimenti dei gruppi di lavori – ha sottolineato il sindaco Massaia – può anche profilarsi l’opportunità di abbandonare il progetto, se emergerà che non è fattibile perchè incompatibile con le norme ambientali, o di salute, o si rivelasse antieconomico. Ma quello che questa amministrazione vuole, è dare un’opportunità a questo territorio. Qualunque decisione, però, dovrà essere presa dati alla mano, non solo su prese di posizione ideologiche». Con un riferimento alla strenua battaglia che sta conducendo il Comitato Amici di Canuto fortemente critico sull’opportunità di un impianto di tali dimensioni, alimentato da una centrale a pirolisi ritenuta non sufficientemente sicura e a tratti superata, sulla punta di una collina incontaminata.

Difficile dare una “scadenza” a questo iter, ma l’amministrazione conta di poter arrivare ad una decisione definitiva sul progetto entro la fine di quest’anno.

Proprio la tanto contestata centrale a pirolisi che funziona consumando biomasse provenienti da boschi, foreste, sfalci, per l’amministrazione di Aramengo deve diventare un’opportunità economica, occupazionale e di gestione del patrimonio forestale non solo del piccolo Comune ai confini con la provincia, ma anche dei tanti comuni limitrofi.

«Il patrimonio forestale non va violentato ma neppure abbandonato – ha affermato il vice sindaco Francesco Tavolato – Serve una gestione del territorio che non viene fatta da almeno 30 anni».

Massima libertà di decidere. E’ quella dichiarata dall’architetto Dino Barrera, chiamato dal sindaco come esperto “terzo e super partes” nel delicato gruppo di lavoro urbanistico. «Ho accettato a patto che si trattasse di una ricerca totalmente svincolata dagli indirizzi dell’amministrazione – ha sottolineato l’architetto – con la libertà di arrivare a qualunque conclusione il mio gruppo di ricerca ritenga più opportuno».

Con lui lavoreranno gli architetti Nora Sekawin e Sabina Villa.

«La nostra attenzione – prosegue l’architetto Barrera – sarà rivolta soprattutto alla sostenibilità del progetto, così come dettata dalle norme europee: per essere definito sostenibile, i fattori ambientali che ruotano intorno all’impianto devono essere migliori di quanto non lo fossero prima che venisse costruito».

Daniela Peira

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