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Studenti in “Pronto” per alleviare le attese
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Studenti in “Pronto” per alleviare le attese

Se siete al Pronto Soccorso dell’ospedale di Asti e si avvicina a voi un ragazzo o una ragazza con un camice rosso e i pantaloni bianchi, siete di fronte ad un assistente di sala, figura di “cuscinetto” fra il personale sanitario e i famigliari in attesa di sapere come stanno i loro cari presi in carico dal triage

Se siete al Pronto Soccorso dell’ospedale di Asti e si avvicina a voi un ragazzo o una ragazza con un camice rosso e i pantaloni bianchi, siete di fronte ad un assistente di sala, figura di “cuscinetto” fra il personale sanitario e i famigliari in attesa di sapere come stanno i loro cari presi in carico dal triage.

Una figura presente ancora in pochissimi Pronto Soccorso d’Italia e, in quei pochi, rappresentata da volontari del servizio civile. Non ad Asti, dove, unici, il compito è stato affidato ad un gruppo di 22 studenti del corso per tenico di servizi socio-assistenziali dell’Istituto Castigliano.

Per professione, questi ragazzi, hanno scelto un ramo assistenziale molto vicino alle esigenze sanitarie. Per questo motivo, grazie all’interesse di insegnanti e del presidente Ugo Rapetti, la direzione dell’Asl ha accettato di firmare un protocollo di collaborazione che rientra nell’alternanza scuola lavoro. «Gli assistenti di sala si occuperanno di dare infomazioni su come e dove pagare il ticket, spiegheranno la scala di gravità dei codici assegnati ai pazienti, indicheranno la farmacia di turno per i dimissionati, allieveranno le ansie e i tempi di attesa spesso dilatati nella sala al di là del triage» ha spiegato il dottor Gianluca Ghiselli direttore del Pronto Soccorso di Asti.

I 22 ragazzi hanno terminato un corso di formazione tenuto da medici ed infermieri del Pronto Soccorso e sono pronti per i 6 mesi di sperimentazione di questo impegno. Ognuno di loro sarà impegnato in 6 turni mensili di 3 ore per volta e, al mattino, quando sono a scuola, a sostituirli ci saranno 4 diplomati dello scorso anno presi come tirocinanti con borsa di lavoro per 20 ore settimanali.

«E’ un progetto che amo moltissimo perchè riguarda i giovani – ha detto il direttore generale dell’Asl Ida Grossi – che ci consentirà anche di intercettare bisogni ed ansie di chi rimane in sala d’attesa di un Pronto Soccorso in vista di un miglioramento continuo». I ragazzi non avranno alcuna mansione sanitaria, ma per qualcuno di loro questo stretto contatto con il mondo dell’ospedale potrebbe servire anche da orientamento verso un corso di studi post diploma che tenda a questa professione.

«In attesa – ha sottolineato il preside del Castigliano Ugo Rapetti – che la Regione riconosca ai diplomati di questo corso, anche la qualifica di OSS che consentirebbe loro un veloce e sicuro impiego al termine della loro carriera scolastica».

Daniela Peira

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