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Il “nostro” Don Ciotti
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Il “nostro” Don Ciotti

Don Ciotti, un uomo speciale, fuori dal comune, all’incontro con gli studenti di Asti non si è comportato come un personaggio famoso, ma è entrato al Palasanquirico senza clamori e si è seduto in mezzo a noi come uno di noi

Don Ciotti, un uomo speciale, fuori dal comune, martedì 5 aprile all’incontro con gli studenti di Asti non si è comportato come un personaggio famoso, ma è entrato al Palasanquirico senza clamori e si è seduto in mezzo a noi come uno di noi.

Lui si definisce “una piccola cosa, piccola piccola”, ma non è così: è una persona eccezionale che conosce il vero significato della parola “pace” –“la pace è il contrario di starcene in pace”– cioè stare  a fianco dei più deboli e degli esclusi.

Don Ciotti crede in quello che dice e non ha paura di farlo in faccia alle persone, ricche o povere che siano. Ha scelto una vita dura, complicata e piena di rischi perché, ci ha detto, “la vita chiede di impegnare la nostra libertà per liberare chi libero non è”: questo è quello che lui fa da sempre con grande impegno, con tutto se stesso, e che ci ha incoraggiato a fare.

Ci ha parlato con il cuore, raccontando la sua lunga esperienza dalla parte degli ultimi, chiedendoci di non essere superficiali, di non isolarci (usando male i nuovi media), ma di essere sempre in relazione con gli altri in modo autentico, perché “è il noi che vince, la forza degli onesti diventa la forza del cambiamento”. E questo, ha detto, significa stare uniti, “creare ponti”, soprattutto in questi tempi in cui ci si vanta di alzare muri e dividere: “vi sono più di 13.000 km di filospinato nel mondo, tanti quanto misura il diametro della Terra. Questo vuol dire che sappiamo respingere, ma non sappiamo accogliere”. “Inclusione”, ha ripetuto forte più volte, è fondamentale l’inclusione, che “ è l’anima della democrazia di un Paese “ perché “la diversità non diventi avversità, ma accoglienza e rispetto”.   

Eravamo in 400 ad ascoltarlo in grande silenzio e tutti siamo rimasti conquistati dalle sue parole, dalla forza con cui ci ha spronati a continuare a essere “meravigliosi” (come con affetto ci ha definiti). “Riempite la vita di vita”: grazie don Luigi, non ti deluderemo.

 

Flavio Annaloro, Giorgia Pian, Leonardo Zaccarelli 2a B

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