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La Ravenna romanica e dei mosaici
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La Ravenna romanica e dei mosaici

Ravenna Capitale dell’Impero Romano D’Occidente e dei mosaici

Ravenna, lascia senza fiato per la bellezza dei mosaici di cui sono ricche le sue chiese, bellissimi, perfetti, emozionanti, ma non basta per descrivere l’effetto che fa trovarsi sotto cieli stellati, di fronte a volti magnifici a colori intensi nonostante l’età… (queste opere d’arte hanno circa 1500 anni!!!); l’ Unesco per questo motivo ha riconosciuto la città patrimonio mondiale. Otto i monumenti che sono stati inseriti nella World Heritage List, tra i quali la basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, San Apollinare Nuovo; visitarli è un’emozione che lascia senza parole, a naso per aria rapiti dalla perfezione di mosaici che anziché tessere di vetro colorato, sembrano leggere pennellate che trasformano i ricchi decori in rappresentazioni quasi reali.

I mosaici non sono certamente nati a Ravenna, ma in questo luogo, proprio per la sua posizione, che la decretò tre volte capitale: dell’impero romano d’occidente, di Teodorico re dei Goti, dell’impero di Bisanzio in Europa; l’arte del mosaico trova la ricchezza e il luogo ideale per rappresentare e documentare l’importanza della città e dei personaggi di quel tempo. Magnifici, infatti, i “ritratti” di Giustiniano e Teodora con la loro corte, nella basilica di San Vitale. Ravenna raggiunse uno splendore ineguagliabile sotto “Galla Placidia”, figlia dell’imperatore Teodosio e sorella di Onorio, alla quale è dedicato il mausoleo omonimo. Ma è impossibile raccontarne la bellezza e la perfezione, ci vuole una gita, anche perché oltre a monumenti di rara bellezza, l’ospitalità è perfetta, la gente è cordiale e gentile, passeggiare tra le vie senza fretta è un’esperienza che va vissuta e tra una chiesa e un monumento, si possono visitare fornitissime gastronomie, caffetterie dai golosi richiami, enoteche da perdere la testa e ristorantini indimenticabili. 

Tanti gli illustri personaggi che furono ammaliati da Ravenna: da Dante Alighieri che vi si stabilì, a Lord Byron che visse amori travolgenti, Boccaccio che ambientò una delle sue più belle novelle, a Gustav Klimt che si ispirò per i suoi meravigliosi quadri, a Herman Hesse che le dedicò dei versi. Insomma è una città che lascia una profonda traccia nel cuore, e la cucina non può essere da meno, del resto la fama romagnola per la buona tavola è nota ovunque!

Buona tavola e arte da batticuore!

Il nostro itinerario a Ravenna ci porta come prima tappa a visitare la Basilica di San Vitale, molto bella già dall’esterno in mattoni rossi e vetrate che un tempo erano in alabastro, ma la vera sorpresa è all’interno dove spiccano dei mosaici da sindrome di Stendhal. Il cuore inizia a battere all’impazzata e si resta paralizzati dalla bellezza per alcuni minuti, rapiti dai pavoni, gli abiti, i volti, i gesti, tutto è così leggero da sembrare un affresco, solo il riflesso sulle tessere permette di riconoscere il mosaico. I colori sono accesi e brillanti, poi lo sguardo si sposta all’architettura, agli stili che nei secoli hanno mescolato arte orientale a quella occidentale.
Dalla basilica siamo passati al mausoleo di Galla Placidia, un manto blu ricco di stelle, fiamme e frutti dell’abbondanza, se nei mosaici di San Vitale, il colore predominante è il verde acceso, qui il blu crea un profondo effetto cielo, magnifico per restare in raccoglimento. A San Apollinare Nuovo, colonnati di marmo e archi che sembravano finire nel vuoto per effetto del contrasto chiaro e scuro e anche qui magnifici mosaici a rappresentare fanciulle e santi. 

Info: turismo@comune.ra.it

Le frittelle cuore d’acciuga

Ingredienti per 4 persone:
200 g di farina
50 g di fecola
10 acciughe fresche
5 g di lievito di birra
olio per friggere
sale e pepe

Passate le acciughe sotto l’acqua fredda, poi evisceratele, togliete la spina centrale e spezzettatele. Versate in una ciotola le farine, unite il lievito in mezzo bicchiere di acqua tiepida, scioglietelo e incorporatelo alla farina, mescolate e aggiungete ancora acqua fino ad avere un composto morbido, liscio semi fluido. Lasciate lievitare 10 minuti e mettete le acciughe. Scaldate abbondante olio a 170 gradi e immergete a cucchiate il composto che tenderà a gonfiare e quando dorato raccogliete le frittelle con una schiumarola e lasciate asciugare l’olio in eccesso su carta assorbente, salate e pepate solo quando trasferite nel piatto. Servite subito o se preferite tiepido.

I passatelli ai tartufi di pineta e pinoli

ingredienti per 4 persone:
per i passatelli:
200 g di pane grattato
2 uova
60 grammi di parmigiano grattato
noce moscata a piacere
scorza di 1 limone grattata a piacere
30 g di burro
per il condimento:
1 l di brodo di carne
50 g di tartufo di pineta
30 g di pinoli
50 g di burro
sale e pepe
facoltativo: parmigiano

Mondate il tartufo, passatelo con un telo umido per togliere eventuali tracce di terra e tenetelo avvolto in carta da cucina fino all’uso. Impastate gli ingredienti per i passatelli, prestando attenzione alla consistenza dell’impasto che deve essere compatto non troppo morbido ne troppo duro; dividete poi l’impasto e fate delle palle che entrino nell’attrezzo per i passatelli. L’impasto va preparato almeno 2 o 3 ore prima affinché gli ingredienti si compattino bene tra loro e non si disfino bollendo. Ponete sul fuoco il brodo e portatelo a bollore, pochi minuti prima di servire pressate i passatelli direttamente nella pentola, appena affiorano, toglieteli, trasferiteli nella padella calda con il burro fuso, condite con i pinoli e affettate il tartufo, mescolate e servite. Volendo, grattate del formaggio direttamente a tavola e profumate con pepe appena macinato.

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