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Lavorare per vivere, non per morire
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Lavorare per vivere, non per morire

Il 22 agosto del 1944 nella fabbrica Stilar, in via Orfanotrofio, un tragico incendio uccise nove ragazze, dai 14 ai 23 anni, che venivano sottoposte ad  un duro lavoro di fabbrica

La classe II B della scuola Martiri ha svolto, in occasione della Festa della Donna, un lavoro in classe sulle” brusaje”, nove ragazze che hanno lasciato il segno nella storia astigiana. Per celebrare la Festa della Donna,abbiamo ricordato,in classe, un incidente avvenuto un po’di tempo fa nella nostra città . Noi siamo un gruppo di alunni della classe II B e siamo andati al cimitero di Asti per aggiornarci sull’accaduto, visitando il monumento e le tombe di queste povere nove ragazze . Approfondendo, abbiamo potuto capire di più su ciò che è successo quella tragica estate.

Il 22 agosto del 1944 nella fabbrica Stilar, in via Orfanotrofio, un tragico incendio uccise nove ragazze, dai 14 ai 23 anni, che venivano sottoposte ad  un duro lavoro di fabbrica. Siccome era periodo di guerra, in quel tempo le donne non avevano molti diritti, e spesso venivano sfruttate lavorando. Fino a pochi anni fa, a questo fatto non era attribuita molta importanza, ma è bene che cittadini siano ben informati sulle tragedia astigiana.

Quel giorno di agosto, era molto caldo, ed il sole batteva cocente sui tetti di tutte le case. Alcune giovani fanciulle, si trovavano al lavoro nella fabbrica Stilar, non sapendo che per molte di loro il destino avrebbe riservato il peggio. In quella stanza erano in molti e pochi  avrebbero rivisto sorgere l’alba del nuovo mattino.

La fabbrica in cui lavoravano, produceva penne stilografiche; in quell’epoca erano molto usate, ed erano prodotte con un materiale chiamato celluloide. Un operaio stava maneggiando un pezzo di ferro rovente, ed esso cadde in una cassa di residui di celluloide. Le fiamme si espansero molto velocemente nella stanza, bruciando in breve tutti i mobili; le finestre e le porte erano chiuse e l’incendio si sviluppò subito davanti alla  porta d’uscita. Durante l’incendio alcune donne riuscirono a scappare .

Tra queste, ricordiamo Alda Bussetti, che riuscì a scappare aprendo una finestra e precipitandosi in strada . Anche il proprietario della fabbrica si salvò,ma non si sa ancora oggi, come sia potuto scappare e sopravvivere all’incendio, le ipotesi sono tante: alcuni ipotizzano che egli, non sia in realtà mai stato coinvolto nell’incendio e che fosse uscito prima che le fiamme si fossero potute espandere.

Le vittime furono nove, tutte fanciulle molto giovani, che ormai accerchiate dalle fiamme ardenti, andarono incontro al loro destino, affrontandolo insieme abbracciate l’una all’altra.

Le povere vittime furono Piera Gallo di 14 anni, Olga Bona 15, Maria Della Piana 16, Ester Romele 17, Ada Gamba 18, Rosina Mossino 19, Giuseppina Giai Minetti in Tartaglino 20, Alda Longo 20, Rosa Ercole 23.

Ora la tomba che accoglie sei di loro sta nel vecchio scomparto campo centrale del cimitero urbano. In più, abbiamo avuto l’occasione di poter visitare un monumento dedicato proprio alle giovani vittime: esso è stato realizzato qualche anno fa, ed il suo progetto fu ideato dalla studentessa Greta Beltracchini, che ha vinto un concorso per il progetto di quest’opera, organizzato nel Liceo Artistico.

Purtroppo a volte, il destino è fatale , l’uomo non può modificare il passato, ma è bene per tutti noi cittadini, sapere ciò che ha segnato la storia della nostra città.

A volte la storia, si può macchiare di sangue…e l’uomo, spesso, è crudele.

Andrea Aloi, Serena Chullaj, Silvia De Gobbi, Gloria Falletta, Gui Hello, Valerio Shurla, Alice Fogliati, Alessia Sanlorenzo, Stefano Rizzo, Lorenzo Schifano, Virginia Parola, Lorenzo Pavan – 2°B/S

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