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Dedicarsi al prossimo, il volontariato aiuta a crescere
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Dedicarsi al prossimo, il volontariato aiuta a crescere

C’era una volta il servizio civile: l’inizio è da fiaba, ma il finale è decisamente amaro. Quella che per più di dieci anni era stata un’occasione in cui dedicare il proprio tempo per il bene

C’era una volta il servizio civile: l’inizio è da fiaba, ma il finale è decisamente amaro. Quella che per più di dieci anni era stata un’occasione in cui dedicare il proprio tempo per il bene della società, è sparito con i tagli sopravvenuti tra il 2009 e il 2012. Nel 2012 non è stato nemmeno emesso il bando, fatta eccezione per qualche centinaia di posti eccezionalmente previsti per seguire i disabili e per lavorare sui territori colpiti dal terremoto in Emilia Romagna. A essere sparita è anche un’esperienza unica di crescita personale e, a conti fatti, un impegno che garantiva un introito di circa 430 euro. Nonostante questo, i giovani sembrano non volersi tirare indietro, quando si tratta di dare una mano al prossimo. Dedicarsi al volontariato è ancora un’attività che caratterizza la vita di molti, secondo il Centro Nazionale per il Volontariato in Italia si parla di più di ottocentomila persone. Il 22,1% di loro ha meno di 30 anni, un dato – rilevato nel 2010 – non eccezionale se paragonato ad altri paesi europei.

Con la disoccupazione giovanile galoppante, si tratta di un’attività che non porta certo introiti economici ma che può salvare un curriculum. Niente di peggio, infatti, di un buco nel proprio cv a sottolineare che nel periodo in cui si cercava lavoro non si è combinato nulla. E allora, quali sono le esperienze di volontariato nell’astigiano? Tra assistenza alle persone e cura dell’ambiente, passando per la cultura e la formazione, le possibilità sono quanto mai variegate, grazie alle tante associazioni presenti. È il caso di Gsh Pegaso, che si occupa di promuovere e favorire l'attività sportiva gratuita per portatori di Handicap. «L’attività di volontariato con questo gruppo di persone – racconta Francesca – vuol dire assistere disabili un giorno a settimana e durante le manifestazioni sportive, come le feste dello sport delle scuole. Non si tratta di un vero e proprio allenamento agonistico, ma semplicemente di "tener compagnia". Sì, si fanno esercizi fisici, ma tutto alla portata dei ragazzi disabili. Con loro si instaura un bel rapporto: ti aspettano il venerdì e sono davvero felici di vederti. Non sempre il rapporto è facile, ma piano piano ci si adegua.»

Ma esistono anche esperienze di volontariato del tutto slegate dalle associazioni. «A Villafranca – racconta Marco – siamo in procinto di organizzare un servizio destinato agli anziani e alle persone che non hanno possibilità di muoversi da casa. Portiamo medicine, spesa, acqua eccetera direttamente a casa loro, e ci facciamo anche due chiacchere. Un servizio che per gli utenti è completamente gratuito.» Un luogo che storicamente è una fucina di iniziative a favore del prossimo è la parrocchia: i volontari e animatori della Torretta ci raccontano che nel tempo libero vengono svolte diverse attività per i bambini del quartiere, dall'oratorio del sabato pomeriggio al doposcuola, ai campi estivi, all'estate ragazzi «La torretta – spiegano – ha come simbolo la formica perché è una grande lavoratrice di piccolissime dimensioni, per questo motivo simbolo di umiltà, quella che cerchiamo di avere noi adulti e che soprattutto cerchiamo di trasmettere ai bambini.»

Gli animatori sono all'incirca 30-35, dai 16 anni in su, mentre i bambini che frequentano l'oratorio il sabato si aggirano intorno ai 60-70. «Fra canti, balli, recitazione, creazioni di oggetti, facciamo divertire i bambini, li facciamo giocare con un'ottica educativa. Quello che cerchiamo di trasmettere non è tanto il messaggio cristiano, dato che abbiamo numerosi bambini di altre religioni, piuttosto il rispetto reciproco, la tolleranza, l'uguaglianza, il piacere del condividere e dello stare insieme. Anziché giochi competitivi, facciamo fare giochi cooperativi e principalmente cerchiamo di fornire ai bambini un ambiente privo delle loro problematiche famigliari, privo di telefonini, parolacce, videogiochi.» I volontari che gravitano intorno alla parrocchia non nascondono che i fondi sono spesso un problema.

Ma a volte lo si può aggirare con iniziative originali: «Avevamo bisogno di raccogliere fondi da usare per ridipingere l'oratorio, così abbiamo allestito una lotteria nel mese di dicembre, "Il christmas show". Più che di una vera e propria lotteria si è trattato anche di uno spettacolo, abbiamo organizzato esibizioni musicali, giochi, attività di animazione. Una volta raggiunta la cifra sufficiente a comprare la tinta per dipingere le pareti, abbiamo fatto un campo-lavoro di tre giorni con i ragazzi che frequentano le scuole medie. Si è trattato di un campo a costo zero, dove i pasti erano offerti da alcune mamme, dove al mattino e pomeriggio lavoravamo mentre alla sera svolgevamo attività ricreative.

Sopra alla porta di entrata abbiamo scritto "Qui ci si innamora… dell'amore", e abbiamo lasciato le impronte delle mani di coloro che hanno collaborato a rendere l'oratorio più pulito, bello, colorato. Quella frase ci piaceva perché in un mondo che va di fretta, sempre più freddo e difficile, mandiamo avanti le nostre attività, proprio con l'intento di trasmettere l'amore. Invitiamo a svolgere attività di volontariato, sia che siano interne alla parrocchia sia al di fuori, perché la solidarietà è condividere il bene comune, è dare gratuitamente per il piacere di donare, senza aspettarsi compensi. Anche se i compensi in realtà arrivano, e sono innumerevoli e soprattutto veri: un grazie o un sorriso di un bambino, sono in grado di ricaricarti di felicità e farti riscoprire il valore delle piccole cose.»

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