In tutto il Piemonte ci sono insegnanti e bidelli, anche in servizio nelle scuole astigiane, che non ricevono lo stipendio dallo scorso ottobre. Parliamo di personale precario, sia docente sia Ata (collaboratori scolastici e impiegati tecnico-amministrativi), nella maggior parte dei casi assunto con i cosiddetti “contratti Covid”, stipulati per andare incontro alle particolari esigenze delle scuole in questo periodo di emergenza sanitaria.
A lanciare l’allarme sono stati, nei giorni scorsi, i segretari regionali dei sindacati della scuola: Luisa Limone (Flc Cgil), Maria Grazia Penna (Cisl scuola) e Diego Meli (Uil Scuola Rua) che è anche segretario provinciale ad Asti.
I ritardi nei pagamenti
«Da tempo, in ogni occasione istituzionale, in ultimo lo scorso 16 dicembre con una lettera all’Ufficio scolastico regionale – hanno affermato i sindacalisti – segnaliamo i ritardi nei pagamenti degli stipendi del personale precario della scuola e di quello assunto con i cosiddetti “contratti Covid”. Siamo arrivati a fine gennaio, e purtroppo decine di persone, che sono state chiamate per supplenze sui posti docenti e Ata, non hanno ricevuto lo stipendio persino del mese di settembre. Questi lavoratori stanno vivendo una situazione davvero difficile, in qualche caso drammatica. E’ molto grave che lo Stato, in qualità di datore di lavoro, si mostri inadempiente verso categorie fragili. Ci sono famiglie allo stremo, lavoratori che con grandi sacrifici si sono trasferiti nella nostra regione, affrontando le relative spese, pur di avere un lavoro, anche se temporaneo. Insomma, siamo davanti ad una situazione inverosimile, insostenibile e intollerabile, per la quale va trovata una soluzione. Per questo chiediamo l’interessamento e l’intervento di tutti i rappresentanti delle Istituzioni piemontesi affinché, nei modi più idonei, si possa risolvere al più presto il problema, ponendo le basi affinché queste situazioni non si ripetano più».
L’emissione speciale
Dopo le ultime sollecitazioni, era prevista per ieri (lunedì), annunciata da una circolare, una emissione speciale da parte del Ministero. «Verificheremo nei prossimi giorni – ha aggiunto Diego Meli – che questo pagamento vada a sanare il pregresso e sia risolutivo. Non è possibile che, a parità di incarico, alcuni precari siano stati regolarmente pagati e altri, soprattutto se assunti per l’intero anno scolastico in corso con “contratto Covid”, non abbiamo mai ricevuto lo stipendio. Parliamo di lavoratori che si sono trasferiti apposta da regioni lontane, soprattutto dal Sud, e che quindi devono sostenere costi elevati senza l’appoggio della famiglia».
Elisa Ferrando